La Solitudine: Benedizione e Maledizione nel Romanzo “Isolato” di Marco Arcangeli

La Solitudine: Benedizione e Maledizione nel Romanzo “Isolato” di Marco Arcangeli

Accettare la solitudine significa rinunciare a inutili proteste e lotte. Il tempo è prezioso e va impiegato saggiamente. La sfida sta nell’avanzo, nell’affrontare una vita che può essere tanto agevole quanto difficile, a seconda delle circostanze. La forza interiore è fondamentale, la volontà di farcela, anche se la strada è impervia. La solitudine è paradossalmente una punizione e un dono. Chi la conosce impara a essere tenace, a risolvere i problemi con autonomia, portando il peso delle proprie paure sulle spalle. La condivisione diventa un tesoro raro e prezioso, una gemma da custodire gelosamente, da ricercare in anime affini, un legame invisibile ma forte, un bene effimero da preservare. Questa verità è nota sia agli uomini che agli animali, dotati di un istinto più acuto. In “Isolato”, Marco Arcangeli descrive la solitudine come un terreno accidentato, una realtà comune a tutti gli esseri viventi. Il protagonista, un mulo solitario, rappresenta la resilienza e la gratitudine verso chi gli dimostra benevolenza. Attraverso la voce dell’asino, il racconto svela dubbi ed interrogativi universali, soprattutto per chi possiede una sensibilità spiccata. L’animale si affida alle proprie forze, consapevole dei propri limiti. Ma quando riceve aiuto disinteressato, trova la prova tangibile dell’esistenza della vera condivisione. Lo stile dell’autore è asciutto, privo di brio e originalità. La scrittura risulta piatta, poco coinvolgente, impedendo al lettore di abbandonarsi alla fantasia, di visualizzare immagini evocative. La prosa è frammentata, limitata, trattenuta su un livello superficiale, senza audacia né sperimentazione. Titolo: Isolato; Autore: Marco Arcangeli; Editore: Pav edizioni; Pagine: 155