Alessio, un tempo conosciuto come Fra Ludovico, condivide la sua trasformazione da frate di clausura a un individuo che celebra la libertà di espressione e di pensiero. Per quasi due decenni, ha vissuto una vita monastica a Roma, una scelta inizialmente condivisa ma, col tempo, rivelatasi incongrua con la sua vera natura. La sua esperienza offre una riflessione profonda sulla vita religiosa e sulla ricerca della propria identità.
Oggi, Alessio è un uomo profondamente diverso da colui che era nel monastero. Descrive la sua precedente vita come un’esistenza alienante, priva della spiritualità autentica, dove la diversità era motivo di ostracismo. Ora, invece, gode di una ritrovata libertà intellettuale ed emotiva, coltivando amicizie con sacerdoti di diverse inclinazioni, alcuni profondamente devoti alla Chiesa, altri meno. Interrogato sulla libertà sessuale dei preti, Alessio sottolinea che il celibato è una scelta personale. Chi sente il desiderio di una vita sessualmente appagante, può abbandonare il sacerdozio senza condanna. Tuttavia, egli sottolinea che la vita sacerdotale non è semplicemente un impiego: richiede l’adesione completa alle regole religiose.
La sua vocazione religiosa nacque da un’esperienza di silenzio spirituale durante un campo scuola, seguito da un’intervista televisiva con monache di clausura. Questo incontro inaspettato suscitò in lui una forte ispirazione, dando inizio alla sua ricerca vocazionale, guidata dal compianto Don Mauro. Dopo tre anni di riflessione, a venti anni, entrò nel monastero. La sua famiglia, in particolare sua madre, inizialmente manifestò forti riserve, una reazione che col tempo si attenuò, pur rimanendo intrisa di preoccupazione. Le visite erano limitate: una telefonata settimanale e due incontri brevi l’anno.
La giornata monastica era scandita da una rigida routine: sveglia alle 3:15, seguita da preghiere, meditazione e lavoro comunitario fino alle 20:30, ora di riposo. Dopo quindici anni, Alessio decise di lasciare il monastero, nonostante la scelta iniziale fosse stata sua. All’origine della sua decisione, un’influenza negativa da parte di un monaco anziano, che esercitava un potere sproporzionato sulla comunità. Questo monaco, che cercava di isolare e marginalizzare chi non si conformava ai suoi dettami, spingeva anche all’uso eccessivo di farmaci sui monaci, con conseguenze gravi. Alessio fu testimone di azioni violente e di morti inspiegabili, presumibilmente causate da tale comportamento.
La sua partenza, accolta con favore dal monaco anziano, segnò l’inizio di un nuovo capitolo. Spogliandosi della tonaca, Alessio provò sia dolore che un’immensa liberazione. Iniziò studi di canto, una forma di terapia, che ha dovuto momentaneamente sospendere per impegni lavorativi. Il suo desiderio ora è quello di esprimere il suo talento artistico, di condividere la sua storia e di superare i limiti geografici della sua terra natale, la Puglia.
Nonostante il nuovo lavoro e le amicizie, Alessio custodisce ancora il segreto del suo passato, un segreto che anela a condividere apertamente. Proiettando lo sguardo verso il futuro, Alessio aspira a una carriera televisiva, desiderando usare la sua esperienza per ispirare e informare gli altri. Infine, Alessio afferma di non ripudiare la sua vita precedente, ma di abbracciare il presente come Alessio, un uomo che ha trovato la propria voce e la propria strada.
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