Distanze familiari nel romanzo di Isabella Nicora

Distanze familiari nel romanzo di Isabella Nicora

Le cose svaniscono, i sentimenti si affievoliscono. Ma la famiglia, ancorata alle sue radici, persiste nei ricordi e nel cuore, un rifugio costante. È un baluardo fondamentale, un conforto che placa ansie e paure, un porto sicuro dove trovare pace e appartenenza. Chi siamo lo dobbiamo alle nostre origini familiari. Anche se si imbocca sentieri tortuosi, si compiono errori o si trasgrediscono i valori appresi, il legame familiare rimane, un faro che guida anche chi si è smarrito. La distanza fisica, imposta o scelta, non cancella il passato, indelebilmente impresso nell’anima. Ritornare alle origini è come respirare di nuovo la bellezza di un’infanzia fatta di sorrisi, sguardi eloquenti che trascendono le parole, spesso taciute per timidezza o ruvidità. In “Ragazze lontane” di Isabella Nicora, il lettore non è mai solo: vive intensamente le vicende della famiglia Manzi, condividendone le gioie e le sofferenze. Ogni personaggio offre spunti di riflessione, un frammento di sé che arricchisce chi legge, trasmettendo sicurezza e appartenenza. Giovanna e Salvo, costretti ad abbandonare la loro casa a Villerose, occupata dai tedeschi, trovano rifugio in una grotta con i loro figli, affrontando privazioni e pericoli ma uniti dall’amore e dalla solidarietà degli amici. Il trasferimento a Roma dopo la guerra, con i suoi sacrifici, evidenzia la forza del loro legame familiare, l’unico vero rifugio. Lo stile narrativo è delicato e autentico, coinvolgente, capace di trasmettere un secolo di storia, aggiungendosi alla storia personale di chi legge. Un’esperienza ricca di suggestioni, di non detti che il lettore interpreta, completando la narrazione. La generosità della scrittrice nel dipingere la storia, nell’esprimere le emozioni, crea un’opera dal profumo intenso, capace di evocare ricordi, amore e il calore della famiglia, un balsamo per l’anima.