LIBRIUNO SGUARDO SU...

“Perdono” di Lydia Poet | RECENSIONE

I segreti sono un po’ come lo sporco sotto le unghie smaltate. Se non si ha cura e premura di pulire l’unto anche i segreti restano indicibili. Si scoprono solo quando si gratta la verità e non è detto che venga fuori. I segreti, quelli brutti, guastano la vita. La segnano con i ricordi, con i rimorsi, con sensi di colpa. E se sei colpevole di un reato, grande o piccolo che sia, te la vedi con la coscienza. Se ce l’hai. Con la giustizia, invece, se finisci nelle maglie della verità. In entrambi i casi, paghi.I segreti sono scomodi. Portarne il peso è faticoso, ti ricordano castamente che da essi non puoi scappare. Ti imponi il silenzio, ma è il perdono che cerchi. Puoi anche ostinarti a ricacciare indietro le paure, ma prima si affrontano e meglio è. Metti un punto al tormento, prendi fiato, decidi come cambiare. In fondo, sono i segreti stessi a indicare la strada da prendere. Puoi ignorarli o portarteli appresso nelle tasche interne dell’anima. Resteranno attaccati alla pelle per ricordarti che puoi aggiustare le cose, se solo lo vuoi. 

Nel romanzo Perdono di Lydia Poet sei ostaggio del mistero. Entri nei segreti di una donna di successo chedall’Italia si è trasferita in America per sfuggire ai suoi tormenti. Qualcosa le ricorda sempre chi è ed a chi appartiene, anche se conosce le cose a metà. Altre, invece, le ignora completamente e va alla ricerca dell’inizio o della fine. Un punto a capo, per lei e un ritorno, quello di mettere piede nel su paese natio. Dietro alle sue soddisfazioni personali e professionali ci sono grandi delusioni, umiliazioni, sconfitte, privazioni. Sofia, la protagonista, ha dovuto dare un taglio netto con il passato. La vita di prima però torna a ricordarle che deve cercare la verità, scoperchiare il segreto, per recuperare se stessa. Pr ottenere e ricevere perdono. 

Sciolta la prosa. Il romanzo cammina sul binario del noir e sul filo intimistico. La narrazione è semplice e per questo più difficile da scrivere. L’autrice, soprattutto nei colpi di scena o nello sciogliere i punti cruciali, evita digirare e rigirare a vuoto. Porta esattamente il lettore dove vuole e gli fa vedere esattamente quello che vuole. Il di più non esiste perché chi legge entra nella storia vivendola e non ha tempo di fantasticare. Si attiene a ciò che c’è scritto, vedendo le scene su carta. Il romanzo èevocativo. È scritto con i giusti dettami del mistero. Il lettore diventa la spalla della protagonista come a voler chiedere egli stesso perdono per qualcosa. In fondo, farlo non è mai un male, se necessario.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.