L’assoluzione di Alex Schwazer: “Vittima di un complotto, ma la prova deve essere inconfutabile”

L’assoluzione di Alex Schwazer: “Vittima di un complotto, ma la prova deve essere inconfutabile”

Ospite a “Verissimo”, Alex Schwazer, assolto dal Tribunale di Bolzano dalla squalifica per doping del 2016, condivide le sue emozioni: la sentenza, che accerta la manomissione dei campioni, lo lascia ancora incredulo. “Dopo così tanto tempo, l’impatto è ancora profondo – confessa a Silvia Toffanin – Le prossime settimane saranno dedicate alla riflessione su questi anni di lotta. Inizialmente, non eravamo certi di poter dimostrare la mia innocenza, né quando ciò sarebbe avvenuto.” Il marciatore olimpico nutre forti sospetti su chi sia responsabile della sua incriminazione: “Ho delle idee, ma la prova è fondamentale. Altrimenti, avrei già rivelato i nomi nelle sedi opportune.” Schwazer non ha dubbi: “Sono stato vittima di un complotto, questo è certo.” Quattro anni e mezzo di sofferenza, ma anche di determinazione nel ricercare la verità. “Ho attraversato momenti di sconforto e speranza – racconta – Il mondo dello sport mi ha profondamente ferito, ma la consapevolezza della mia innocenza mi ha impedito un crollo psicologico. Ho sempre creduto nella giustizia.” Ora l’obiettivo è Tokyo 2020, ma resta l’ostacolo della giustizia sportiva, che mantiene la squalifica fino al 2024. “Sto bene fisicamente e lotterò per partecipare, ma il percorso burocratico e legale sarà complesso – spiega Schwazer – È necessaria una revisione della decisione per ottenere anche il riconoscimento sportivo della mia innocenza. Sembra che alcuni facciano ancora fatica ad accettare la verità. Desidero dimostrare la mia innocenza anche a loro.”