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Speravo de Morì Prima – La serie su Francesco Totti | CAST

Debutterà il 19 marzoalle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW SPERAVO DE MORÌ PRIMA –LA SERIE SU FRANCESCO TOTTI.

Tra presente e passato, pubblico e privato, l’ultimo anno e mezzo di carriera del leggendario ex capitano giallorosso, in una dramedy in sei episodi diretta da Luca Rubuoli.

Sinossi

L’ultimo anno e mezzo di carriera di Francesco Totti. Tra presente e passato, pubblico e privato, “Speravo de morìprima” ripercorre serissimamente, ma col tono della commedia, i diciotto mesi che vanno dal ritorno di LucianoSpalletti sulla panchina della Roma al più struggente addio al pallone della storia del calcio.Un anno e mezzo di guerra contro due avversari che non fanno sconti neppure a Francesco Totti: il tempo el’allenatore. Una guerra che divide una città e la comunità calcistica. Una guerra combattuta con passione e tormentoda un calciatore che non vuole e soprattutto non riesce a mettere la parola fine a una carriera da sogno, tutta vissutaindossando sempre e solo una maglia.

I PERSONAGGI

FRANCESCO TOTTI (Pietro Castellitto) -Uno dei più grandi talenti della storia del calcio. L’unico, nell’epoca dei cambi di casacca vorticosi e milionari, ad aver vestito per tutti e ventisette gli anni di carriera sempre e solo una maglia. Il pallone è stato la sua vita e non avrebbe voluto smettere mai. Quando il momento è arrivato, al termine di due stagioni difficili con il suo ultimo allenatore ,Luciano Spalletti, ha fatto piangere gli italiani dicendo che era arrivato il giorno che non avrebbe mai voluto vedere e ammettendo pubblicamente, in lacrime, che per la prima volta nella sua vita aveva paura.

ILARY BLASI (Greta Scarano)-La metà di un cliché, come dice a Francesco quando lui la corteggia: “La velina e il calciatore, nulla di più banale”. Ma l’amore vince su quella paura e Ilary diventa con coraggio e fermezza la moglie di Francesco. Un ruolo a tratti scomodo, accanto a un uomo che non è libero neppure di camminare per strada. Da velina diventa conduttrice e il ruolo della moglie del calciatore, che vive silenziosamente all’ombra del marito celebre, non lo vestirà mai.

FIORELLA TOTTI(Monica Guerritore)-La Mamma. Con la “m”maiuscola. È quella che impara le lezioni per lui e gliele ripete in macchina quando, ragazzino, lo accompagna agli allenamenti. Che quando nel palazzo dove hanno sempre vissuto, in un quartiere popolare e vitale di Roma, non ne possono più dell’assedio dei tifosi accetta di trasferirsi in un quartiere residenziale isolato per non lasciare solo il figlio. Che se lo tiene in casa praticamente fino a quando non si sposa e accoglie persino un Cassano giovanissimo, solo e turbolento per far da madre anche a lui. Il giorno dell’addio del figlio al calcio è un giorno drammatico per lei, e alla fine deciderà di non andare allo stadio.

ENZO TOTTI(Giorgio Colangeli) -Tanto è esuberante, spontanea e sanguigna Fiorella, tanto è riservato, silenzioso e discreto Enzo, il padre di Francesco. Si tiene tutto dentro: vive gioie e dolori della carriera del figlio con apparente distacco ma di quando in quando si presenta a Trigoria, dove si allena la Roma, portando pizza e mortadella per tutti. E per tutti, quell’uomo silenzioso, è “Lo sceriffo”. Quando a Francesco arrivano offerte miliardarie per andare a giocare altrove, fa sentire il suo peso per convincerlo a restare a Roma e alla Roma. “Per tutta la vita mi ha detto che ero una pippa”, racconta di lui Francesco. Ma il giorno dell’addio di suo figlio al calcio giocato, “Lo sceriffo” si commuove e si lascia andare con Fiorella: “Nostro figlio è stato proprio un campione”.

LUCIANO SPALLETTI (Gian Marco Tognazzi)È l’ultimo allenatore di Francesco Totti. “Sembra il gemello stronzo di quello di prima”. Così Totti definisce Spalletti al suo secondo incarico da allenatore della Roma. Tanto è protettivo e attento verso Totti durante il primo “mandato”, tanto è ruvido e privo di riguardi durante il secondo; quello che lo vedrà protagonista di uno scontro durissimo e prolungato col numero 1 della Roma che si concluderà con l’addio al calcio di quest’ultimo e con la fine dell’incarico per Spalletti. E se Francesco è convinto che Spalletti sia tornato alla Roma proprio per farlo smettere, Spalletti ha sempre sostenuto di aver fatto scelte esclusivamente tecniche.

Note di regia

Solo chi vive a Roma può sapere che cosa significhi Francesco Totti per questa città. Quando Mario Gianani mi ha proposto “una serie su Totti”, ho sentito fortissima la responsabilità dell’impresa. Per me si trattava di raccontare per la prima volta la vita di un personaggio famoso vivente, adorato dai suoi tifosi come una divinità. Ho divorato in una notte il libro di Paolo Condò: 500 pagine di avventure di gioco e di vita durate 40 anni. L’ho trovato epico e divertente. Ho riso, mi sono emozionato, ho interrotto la lettura per andare a vedere le azioni di gioco, anche quelle che conoscevo già, della Roma o dei Mondiali del 2006. Arrivato alla fine del libro avevo già deciso anche se il cuore mi diceva che avevo paura. Con gli sceneggiatori Stefano Bises e Michele Astori, con i quali avevo già lavorato ne “La Mafia uccide solo d’estate -la serie,” ci siamo ritrovati a capire

quali parti di quel racconto autobiografico potessero diventare un racconto seriale che abbracciasse il pubblico senza scontentare i tifosi della Roma. Totti è sempre stato un bravo ragazzo amato da tutti, simpatico -molto simpatico -anche a chi non è un tifoso della sua squadra. Conoscerlo mi ha confermato quello che intuivo. È anche carismatico, impossibile non essere colpiti da lui, dalla sua franchezza, dalla sua genuinità, dal suo occhio freddo e veloce quando parla di calcio e delle sue imprese. Abbiamo deciso, quindi, di raccontare la vita privata, i suoi affetti e lo spogliatoio con le sue trame, tra vittorie e sconfitte, e i rapporti con gli allenatori. Mentre Bises, Astori e Maurizio Careddu si dedicavano al racconto, io pensavo a come renderlo efficace e a come mi sarebbe piaciuto rappresentarlo. Difficile trovare riferimenti di un racconto così vicino all’attualità, sullo sport, che fosse divertente e coinvolgente allo stesso tempo. Lo sport è sempre stato raccontato perlopiù dai documentari. Ho pensato che per realizzare un racconto di fiction, quindi, potesse essere utile prendere spunto dalla commedia inglese, soprattutto quella generazionale, o dalla comicità involontaria della commedia all’italiana. Girare a Roma un film su Totti significa incontrare sorrisi, grande disponibilità, sguardi innamorati e frasi tipo: “quanto è bello!” o “nun toccà la divinità”. Mi sono, quindi, calato nella romanità perché da Roma bisognava partire.

Rosa Spampanato

Rosa Spampanato anni 38. Amante della scrittura. Articolista per M Social Magazine Articolista per il Quotidiano LaSicila Collaboratrice per il Magazine Cherrypress Collaboratrice per la Testata Giornalistica VanityClass Sezioni di Riferimento Cinema TV Musica