Màkari: Un nuovo giallo siciliano, interpretato da Claudio Gioè | Recensione

Màkari: Un nuovo giallo siciliano, interpretato da Claudio Gioè | Recensione

Questa stagione televisiva, dopo aver salutato il Commissario Montalbano, ci siamo immersi nell’affascinante atmosfera retrò di “Màkari”, un thriller leggero trasmesso su Rai 1. Geograficamente distante dalle indagini del Commissario Montalbano, la serie richiama, per certi aspetti, il tono leggero delle indagini della Signora in Giallo in Ohio, sebbene con un’impronta stilistica ben diversa. Seguiamo il ritorno inaspettato a casa di Saverio Lamanna, uno scrittore in crisi esistenziale, che tenta un nuovo inizio. Dopo la caduta improvvisa dalla sua posizione di portavoce del sottosegretario del Ministro dell’Interno, a causa di un banale incidente, il giornalista intraprende un percorso di rinascita interiore, tornando nel luogo doloroso della sua infanzia: la casa di vacanze rimasta vuota dopo la scomparsa della madre. Qui riscopre il suo talento innato: la capacità investigativa della sua penna, con la quale si addentra in storie contemporanee di morte e sofferenza, materiale per un nuovo libro. Il successo della serie, però, si deve soprattutto all’interpretazione di Claudio Gioè. L’attore palermitano, grazie al suo profondo legame emotivo con la Sicilia e alla sua consolidata esperienza attoriale, rende il protagonista incredibilmente credibile. Oltre alle sue notevoli doti drammatiche, Gioè dimostra anche un talento comico, esaltato dalla sua chimica sul set con Domenico Centamore. Quest’ultimo interpreta Peppe Piccionello, un amico eccentrico e ironico, che diventa ben presto un’icona di simpatia e lealtà, sempre pronto all’avventura, con le sue immancabili magliette “pro-Sicilia” e le infradito ai piedi. Intorno a Saverio ruotano altri personaggi, un mix di tradizione e modernità: il padre testardo (Tuccio Musumeci), il Vicequestore Randone, ancorato alle vecchie logiche burocratiche italiane, e la giovane Suleima (Ester Pantano), che sconvolge la vita sentimentale di Saverio, sia per la differenza di età che per la sua mentalità aperta. (Ricordiamo che Suleima è a Makàri per un lavoro stagionale e sogna di tornare a studiare tra Firenze e Milano). In questo caleidoscopio di personaggi, si dipanano casi di giallo, tra incidenti e omicidi, che esplorano temi come la vendetta, la disperazione e le motivazioni economiche. Sono crimini contemporanei, facilmente catalogabili, ma, a differenza di altre serie simili, presentati con fluidità e naturalezza, senza appesantire la narrazione. Il pubblico, con una media di 6 milioni di telespettatori, ha accolto con entusiasmo questa serie, sognando i paesaggi siciliani e identificandosi nell’uomo di mezza età che riparte da zero.