Una tela di pelle immacolata: analisi di un thriller psicologico

La brutalità è un predatore camaleontico; osserva silenziosamente, poi colpisce senza preavviso. A volte, indossa la maschera della gentilezza, una strategia per abbassare le difese della preda, intrappolandola in una situazione inaspettata. Se non si conosce la paura a fondo, è difficile percepirne l’avvicinarsi. L’attacco è subdolo, persino anonimo, privando la vittima della sua identità. Il terrore negli occhi è il risveglio in un incubo, un incubo iniziato con una voce dolce che poi si trasforma in un’arma tagliente. La vittima, sopraffatta, cerca disperatamente di capire dove ha sbagliato, implorando un intervento divino. In questo scenario, individui fragili finiscono nelle grinfie di spietati predatori: assassini, stupratori, psicopatici, serial killer – ognuno di loro porta in sé violenza, sadismo e crudeltà. Questi individui mostrano molteplici volti, alcuni sorprendentemente familiari. Si credono onnipotenti, astuti, unici nel loro genere; esperti manipolatori che soggiogano le loro vittime. Alcuni, forse, si autoproclamano persino “sacri”. Altri nascondono la loro spietatezza dietro una maschera di gentilezza e dolcezza. Ma sono i loro occhi a parlare più di mille parole; due cerchi iniettati di rosso, testimoni di una silenziosa e terrificante minaccia.
Nel romanzo “Una lavagna di candida pelle” di Romano Greco, il lettore si muove con cautela, quasi trattenendo il respiro. Si cela tra le pagine, teso ad assistere allo svolgersi degli eventi. Segue le intricate indagini di Enzo, un criminologo, la cui sorella è stata quasi uccisa da uno psicopatico. Sospetti, indizi, certezze, prove: tutte le pedine di un gioco complesso tra menti eccezionali. Addentrarsi nella psiche del criminale equivale a giocare una partita a scacchi ad alto rischio. L’assassino ha un ossessione, una mania, un marchio distintivo. Alcuni investigatori, accecati da pregiudizi o ambizioni, optano per la soluzione più semplice, persino sbagliata. Ma la verità è ben diversa, celata in un altro luogo.
Lo stile narrativo è impeccabile. Greco crea un thriller potente e ricco di suspense, popolandolo di personaggi dal profilo psicologico complesso e dalle personalità marcate. Ogni personaggio, principale o secondario, possiede un carattere ben definito e coerente. Il lettore, rapito dalla storia, desidera ardentemente scoprire la verità. I colpi di scena sono ben dosati e calibrati, mentre le componenti criminologiche e investigative sono sapientemente integrate in una prosa semplice ed avvincente. L’alta tensione narrativa mantiene viva la curiosità del lettore fino all’ultima pagina.