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“Anellini in Pastacorta” di Fulvia Perillo | RECENSIONE

L’inadeguatezza toglie l’umore. Spazza via la freschezza della spontaneità. Ti senti fuori luogo dinanzi a situazioni imbarazzanti. Allora, ti chiudi a riccio o al massimo accenni un sorriso, il più delle volte taci. E se avvampi per il disagio stai certo che, chi hai di fronte, te lo farà notare attirando, per giunta, l’attenzione di chi non ti sta accanto. Carogne. Così vanno le cose per alcuni che non hanno la spigliatezza della battuta pronta e la riservatezza, poi, li rende ostili. Le apparenze ingannano, si sa. Chi è riservato, nella stragrande maggioranza dei casi, è anche timido. Caratteristiche che ai più appaiono come fastidiose perché non conformi agli atteggiamenti di massa. Anzi, più sei riservato e più ti scambieranno per un maleducato. La loro convinzione è tanto sbagliata quanto irritante. Ma tu, ormai hai fatto l’abitudine e continui ad essere come sei. Sarai inadeguato, fuori luogo, ma resterai te stesso più per paura di cambiare che per convinzione di quello che si è. Un po’ ti sfianca sentirti inopportuno in circostanze che ti agitano, in fondo vorresti essere più leggero, sicuro e menefreghista. Almeno, è questo che ti passa per la mente e i pensieri poi li ricacci indietro perché sai bene di non fare male a nessuno e pazienza se ti manca la risolutezza dell’audacia tanto si finisce sempre nelle chiacchiere di chicchessia.

In Anellini in Pastacorta di Fulvia Perillo vivi l’ansia di una donna insicura. Una donna, Maria, a cui non manca nulla. È bella, elegante, è anche sposata con un direttore di banca, ha due figli che sono la sua gioia eppure non si sente mai all’altezza di ciò che vive nella quotidianità. La sua genuinità unita alla riservatezza fanno di lei una signora a modo. Evita i pettegolezzi per non finirci dentro e si fida di un’amica sincera lontana dalla vita fatta di lustrini e paillettes in cui l’apparenza ha più valore della sostanza e se non hai un nome importante ed un portafogli gonfio di soldi o di carte di credito non conti nulla. Maria sa riconoscere il buono delle persone e di alcune prende la leggerezza che a lei manca. È stralunata, non ha fisionomia per le persone ma è genuina come molte donne che non si pavoneggiano nella loro altezzosità. 

Pulita la scrittura. La narrazione è fresca e la storia si spalma a ventaglio. Tra le pagine puoi nasconderti senza far capire a chi assomigli oppure puoi prendere aria respirando quella leggerezza di alcuni passaggi e di alcune protagoniste che sono un vero concentrato di gaiezza. La scrittrice dosa bene i passi in modo arguto e genuino insieme. Il lettore non si sentirà ingannato tanto che vorrebbe essere ancora spettatore di una storia che gli è stata consegnata come una confidenza. 

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.