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Dura come un sampietrino, leggera come un palloncino: Roma si lascia incantare dalla Balloon-mania | REPORTAGE

Liberi dalla guerra, leggeri e spensierati contro il peso della pandemia: fra la fine del 2021 e l’inizio di questo 2022 migliaia di romani si stanno dando appuntamento all’interno del Balloon Museum, il primo museo interattivo composto interamente da palloncini e inflatable art – ben 250.000! -, per fuggire almeno un’ora dalle paure internazionali e sanitarie fino al 1 Maggio . Uno spazio esteso e sicuro, all’interno del PratiBus District, che si è posto grazie all’impegno della Lux Holding molteplici obiettivi, dalla sostenibilità ambientale allo shocking multisensoriale, adatto a ogni tipo di età.



Fin da subito, infatti, mentre si attende l’ingresso in coda col proprio biglietto acquistato online , si percepisce già la spensieratezza e la trepidazione che aggrega ogni visitatore, pronto a prendere parte a quel mondo filtrato fino a quel momento dai canali social. E da lì, dopo l’esibizione del proprio Green Pass e del QR code del biglietto, si mettono in moto pure gli arti, camminando in un tunnel crepuscolare iconizzato dalle scritte laterali “Let’s Fly” che collega a quel mondo incantato e illuminato dai palloncini. Letteralmente. Perché se i più piccoli si possono lanciare nei grovigli del labirintico “Knot” di Ciryl Lancelin, i più grandi possono dare spazio al fitness con l’atletico “Canopy“, una interactive inflatable installation ideata da Pneuhaus & Bike Powered Events basata su un sistema dinamo che consente all’installazione di illuminarsi e “allargarsi” attraverso l’uso di biciclette apposite. Subito dopo si respira l’evergreen atmosfera natalizia – perché in fondo la felicità è quasi sempre legata a Babbo Natale, sbaglio? – con lo sguardo volto all’opera site-specific “Tree” color fucsia che accompagna l’attesa per accedere forse allo spazio più atteso: l’Hypercosmo. Circondato, a luci basse, da vasche pienamente riempite da piccole sfere bianche, l’immensa area realizzata dal Quiet Ensemble è un vero e proprio distacco dalla realtà, grazie ai suoni e ai giochi delle luminarie che hanno il potere di farci credere come la vita possa essere sfuggente e imprevedibile, come le sfere sulle quali difficilmente si mantiene un equilibrio. Dopo quel tuffo “vitale”, il percorso si stratifica in molte opere lungo la cosiddetta Balloon Street. Come in un corridoio di un museo, dove ognuno segue poi la via del cuore, il pubblico può avvicinarsi alle varie costruzioni con i palloncini, regalandosi ad esempio un momento per stare letteralmente con la testa sulle nuvole oppure guardarsi in uno specchio distante centinaia di palloncini, fino a salire sulla Hot Air Balloon, una mongolfiera realizzata con moltissimi palloncini per volare in invisibili tracciati del museo.


Un pochino stanchi? Ecco la sosta ideale nel Flower Bar o nel Balloon Bar, dove si è accolti dal merchandising tematico o da vere e proprie delizie gastronomiche da poter gustare sotto i Magic Mushrooms, per omaggiare ulteriormente la regina della fantasia Alice – non mancano infatti durante il tragitto richiami alla colonna sonora del famoso film – o sulle Swings, altalene sorrette da palloncini solidi al neon. Se poi avanzano le forze, si può scatenare una vera battaglia di palloncini nella Balloon Dome o fare una rincorsa folle nell’Out of the Blue, un labirinto di luci blu in cui sperimentare nuove direzioni e divisioni dello spazio per poi riprendere fiato – o perderlo di nuovo, chissà – nella limited area denominata Infinity Room. Dal titolo “Never Ending Story”, il passaggio breve in questa piccola stanza servirà a dare senso al concetto di infinito e intangibilità, lasciandoci totalmente avvolti in un vero e proprio sogno a occhi aperti. Lasciandoci salutare fantasiosamente dal simpatico “Goof” posto vicino l’uscita, si ritorna così con un velo di nostalgia al trambusto quotidiano, senza dimenticare la lezione più importante dell’intera mostra: si può aggiungere un granello di fantasia in ogni istante della vita, anche guardando solo un palloncino volare sopra di noi.




Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).