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“Una straordinaria solitudine” di Stefania Convalle | RECENSIONE

Pacificarsi. Ad un trambusto emotivo segue una pianura. Le scosse che ci fanno invecchiare nell’anima ci portano, poi, alla stabilità ed i lineamenti si rilassano ritornando sereni. La freschezza è figlia di travagli, molti dei quali ci indirizzano ad una nuova consapevolezza della vita. Turbarla, con ciò che ci frusta i pensieri, è una minaccia che arreca danno ad un cammino incerto e fatto di passi avvitati su stessi. Per non inciampare nella sfiducia, che si alimenta di momenti atrofizzati dallo sconforto, si sceglie di stazionare nella zona comfort: quella della solitudine. Quando poni te stesso al centro delle scelte perché hai cura di te, di ciò che ti fa star bene, allora sei destinato a viverti. La condivisione della pluralità di idee e di decisioni può essere alitata da un menefreghismo che colpirebbe tutti tranne il singolo. La persona a sé non può essere strafottente di se stessa, gli altri nei suoi confronti, si. Ci si impantana anche in un duetto di vite agganciate al sostegno salvavita, uno vive in funzione dell’altro. E così, non va bene. La solitudine ti mette a nudo e con le spalle al muro. Fai forza su te stesso per raggiungere le montagne sapendo che la pianura ti ha dato la spinta. Serve pacificarsi per vivere le storie anche soltanto guardandole, in solitudine. 

In Straordinaria solitudine di Stefania Convalle giri nelle vite di Sophie, Victor e Maryanne per cercare qualcosa che resta sospeso e che solo la solitudine, quella straordinaria, saprà riportare a galla. Conoscere e conoscersi stando con se stessi è un passo che i protagonisti fanno per comprendere la mareggiata dei sentimenti, dove tirano e per chi. L’amore capita, ma si può anche decidere di non farlo capitare, di rifiutarlo. Ognuno ha i suoi motivi, saperlo è un buon punto per aprirsi alla vita. E questo i tre personaggi lo capiranno a proprie spese.

il libro è riflessivo. La scrittura è lineare, veloce. Supera anche i tempi per arrivare al succo delle situazioni, ma i sentimenti hanno un passo deciso, chiaro, lento. Il lettore si immedesima nella trambusto emotivo che attanaglia i protagonisti, si ferma e pensa. Riflette. Fluida la narrazione nella sua accogliente mescolanza di stati d’animo per planare in una solitudine riflessa. Il lettore saprà il perché.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.