“La famiglia Piotta” di Silvino Gonzato | RECENSIONE
Aprirsi un piccolo mondo all’interno di una quotidianità fatta di mille e più pensieri è quasi una via di fuga dalle tamburellanti responsabilità. Se si ha una famiglia, e per giunta numerosa, trovare una valvola di sfogo non è facile. Se hai un amico con cui parlare e sparlare del più e del meno, sapendo di avere una spalla sicura su cui appoggiarti quando serve, è un conto altrimenti sogni ad occhi aperti. Se hai entrambi sei fortunato, tanto ci pensa la vita a tirarti gli scherzi che vuole, brutti o belli che siano. Portare avanti una famiglia con figli a carico e pochi soldi è uno sforzo da equilibristi, ci vogliono nervi saldi e fantasia. Un modo per campare si trova sempre e se hai pure l’ironia di affrontare l’esistenza con il giusto piglio, allora la forza per andare avanti ha un altro peso.
In La famiglia Piotta di Silvino Gonzato entri a gamba tesa in casa dei Piotta, moglie e marito più cinque figli e con un nipote in arrivo. I Piotta vivono in un appartamento grande quanto una scatola di cerini in un palazzone del Comune. Vorrebbero trovare una nuova sistemazione al posto della casa popolare, ma stringono i denti e la cinghia. La signora Piotta riesce a trovare il dritto dal rovescio di ogni cosa aggiustando, così, le situazioni alla meglio senza perdere la sua verve di donna coraggiosa,solare e determinata.
Il romanzo ha quella particolare ironia che diverte, ma che graffia allo stesso tempo. Il libro è bello nella storia e nei messaggi che lancia.