Un’ombra sulla dimora di Windermere

Un’ombra sulla dimora di Windermere

Manovrare le situazioni più oscure per migliorare la propria esistenza è un’impresa rischiosa, un gioco dalle alte stakes. Il successo diventa improbabile se si inciampa in troppi errori; l’oscurità, se sottovalutata, può amplificare le difficoltà. Il coraggio, se unito all’incoscienza, raddoppia i problemi. Un azzardo, per alcuni. I malfattori indossano la maschera dell’innocenza, giustificando le proprie azioni con pretesti fallaci. Una volta intrappolati nella spirale di eventi tragici, l’unica via d’uscita è proseguire, cercando di sfuggire alle conseguenze. Ci si ritrova così a diventare sempre più spietati, abili a celare la propria duplice natura: la facciata rispettabile e il volto brutale del criminale. Quando le tenebre si diradano, la verità emerge dalle fessure. In “Il gioco delle ombre” di Marta Brioschi, si percepisce il peso dei segreti che lottano per liberarsi dall’oscurità. I misteri generano voci, pettegolezzi e nuove intricate vicende. Mae Son-Jun, celebre autore coreano di romanzi polizieschi, soggiorna con la sua famiglia in un’antica dimora inglese. Il proprietario, il centenario barone di Windermere, cela numerosi segreti, e qualcuno, tra le mura di quella casa, si cela nell’ombra per commettere una serie di omicidi. La trama coinvolgente e lo stile impeccabile affascinano il lettore, che non vorrà perdere nemmeno un dettaglio di questa intricata storia. Gli indizi disseminati sono così ben calibrati da richiedere una seconda lettura per cogliere appieno la sorprendente complessità del racconto. Un giallo fuori dal comune, di straordinaria qualità.