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Casa Sanremo, un viaggio italiano nell’hospitality del Festival | REPORTAGE

L’Italia ama Sanremo e viceversa la città ligure festeggia la sua nazione: nella settimana antecedente il San Valentino odierno si è respirato tale inclinazione nel Palafiori, rinominato ormai da anni “Casa Sanremo”. Dalla parola già si capisce il clima familiare che ti aspetta ogni edizione, pronta a srotolarsi freneticamente nelle (poche) ore di Festival che racchiudono mesi di lavoro e accordi. Un amore sconfinato, in overbooking dopo la pandemia, al punto da dover frenare gli accessi dopo l’inaugurazione per le centinaia di richieste pervenute. Ma nonostante la corsa al pass, disponibile per la prima volta in NFT (certificato digitale), l’esperienza finale è stata di puro relax, fra incontri, benessere e sponsor pronti a mostrare le migliori eccellenze.

“Casa Sanremo”, crocevia degli artisti e salotto sociale

Lo slogan parla chiaro: “tutti passano per Casa Sanremo”. E infatti l’ hospitality del Festival, realizzata dalla Consorzio Gruppo Eventi di Vittorio Russolillo, ha subito srotolato metaforicamente il green carpet nella serata di domenica 5 febbraio col direttore artistico Amadeus e le figure istituzionali del territorio, aprendo così una sfilata ininterrotta di artisti ed entourage che hanno girato nelle varie zone dell’immenso padiglione, in base alle proprie agende.

Inaugurazione Casa Sanremo 2023

C’è infatti chi è passato soltanto per un autografo sul wall o una breve intervista da Lercio e chi, come LDA, lo ha vissuto in pieno, gustandone i sapori…in tutti i sensi. Dalle interviste, alle foto con i presenti, fino al pranzo all’Arena del Gusto, dove è stato celebrato con la pizza griffata in suo onore. Non sono poi mancati ospiti esterni alla kermesse nei vari appuntamenti svolti all’interno di Casa Sanremo, dal firmacopie di Lino Guanciale alle esibizioni live per conto di Nuovo IMAIE e di No Name Radio da parte di moltissimi giovani emergenti, capaci di trasportare i suoni melodici vissuti fra le vie del centro in una zona a basso consumo ambientale. Perché infatti una delle battaglie portate avanti dagli organizzatori è il calo della CO2 che è stata monitorata costantemente dalle associazioni 4Elements AssociAction ed Event green.

LDA a pranzo all’Arena del Gusto


Lavoro soltanto? Macchè. La lounge e la Clubhouse, in particolar modo, sono state le piazze sociali per unire varie categorie di persone, dai VIP agli addetti ai lavori, sotto le note sfrenate del Festival. Si registra infatti un numero elevato di presenti durante le proiezioni delle serate di Sanremo che hanno garantito un apporto social così alto da far schizzare il luogo in tendenza sulle piattaforme digitali. Assieme a lui i brand, capaci di renderle l’esperienza ancor più sensazionale.

“Casa Sanremo”, la boutique del benessere

Non solo parole: a Casa Sanremo l’esperienza è stata allargata alla massima potenza per tutti i 5 sensi. Perché se le penne stilavano recensioni ai vari eventi come detto di natura variegata (ricordiamo il flusso continuo di Writer e gli innumerevoli programmi registrati nel corso della giornata) e la vista si addolciva di fronte ai colori e alle luci delle varie sale, i restanti sensi hanno potuto far leva su degli sponsor eccellenti che hanno garantito la giusta unione fra qualità e benessere.

A livello di gusto si è spaziati dagli snack quotidiani donati da Beretta e Amica Chips alla degustazione settimanale nazionale, grazie alle originali pizze sfornate dall’Arena del Gusto, agli aperitivi di Dolomiti Bellunesi (di cui rimane memorabile la selezione di bollicine e del gelato allungato con il prosecco) e ai workshop del gusto a cura della Insula Sardinia Quality. A concludere la rassegna le giornate dedicate proprio alle varie regioni, dalla Calabria al Vento fino alla stessa Liguria, con la presenza del Presidente Toti. Oltre al gusto, il corpo si è potuto pure rigenerare nelle cosidette aree relax, dal Beauty Lab per i make up e Hair Lab per le acconciature, alla Comfort Zone con la SPA a 5 stelle.

Workshop da Insula Sardinia

Insomma un’infinità di occasioni dentro l’area Hospitality, divenuta a tutti gli effetti una city experience grazie ai molteplici spazi esterni dove si è potuti accedere con tale accredito – tra cui la meravigliosa Sala Cinema De Scalzi – che ha saputo davvero dar voce alla parola “amore”.

Luca Fortunato

Nato con la 'penna' all'ombra del Colosseo, sono giornalista pubblicista nell'OdG del Lazio. Accanto alle cronache del mio Municipio con il magazine La Quarta, alterno le mie passioni per la musica e il calcio, scrivendo per alcune testate online (M Social Magazine e SuperNews), senza dimenticare il mio habitat universitario. Lì ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione a La Sapienza e scrivo per il mensile Universitario Roma. Frase preferita? "Scrivere è un ozio affaccendato" (Goethe).