CINEMASPETTACOLO

Slumberland: Ansia, depressione e altri incubi

Tra depressione, ansia e sogni infranti.

Slumberland si posiziona ai primi posti tra i film di valore sociale del 2022. Prodotto e distribuito da Netflix oggi lo trovate ancora in top 10. Ma come mai non ha avuto la risonanza che meritava?

Slumberland – Nel mondo dei sogni

Un divertente e irriverente Jason Momoa interpreta un demone di nome Flip, che crea scompiglio nei sogni altrui. Nemo è una bambina che vive con suo padre in un faro, lontano dalla società consumistica e sempre di corsa. I due hanno una cosa in comune, l’amore per il padre di Nemo. Non staremo qui a raccontarvi la trama, non ci piace fare spoiler, ma vogliamo che guardando questo film comprendiate i messaggi che vuole inviarvi.

Nota di merito va ai nuovi produttori originali di “cinematografia everytime and everywhere”, gli over the top Sky e Netflix. I due colossi per primi si dimostrano in grado di portare sullo schermo di casa emozione e impegno sociale, scegliendo budget alti e messaggi specifici per nicchie di audience sempre più attente alla qualità e non alla quantità.

Inner child e traumi degli adulti

Jason Momoa interpreta Flip

L’immagine sembra non rendere giustizia al titolo, ma continuate a leggere.

Parliamo di Momoa per un secondo, scelto per un ruolo che gli calza a pennello. Una figura virile come poche. Il maschio alpha, grosso come una montagna che non deve chiedere mai. Selvaggio e sicuro, si trasforma in Flip, un demone malvivente del mondo dei sogni. Peccato che non sappia più da dove viene. Ha dimenticato chi è. Ve lo diciamo noi?

Rappresenta un adulto che ha perso contatto con il suo bambino interiore. Un uomo contornato da soldi, donne, feste ma soprattutto lavoro. Non ha più alcuno stimolo alla scoperta, al rischio e si è addormentato. Ha imprigionato nei sogni quel bambino che voleva fare l’astronauta o il lottatore di MMA nelle gabbie. Ha rifiutato di affrontare i suoi traumi e ha scelto di vivere la sua vita facendo finta di nulla, cadendo in uno stato catatonico.

Questo personaggio è così accurato e comunicante da toccare tutti gli adulti dai 30 anni in su, di ogni genere o non genere. Tutti noi ci accorgiamo di come il mondo ci sia indifferente. Soprattutto i Millennials, secondo gli studi (basta aprire LinkedIn per vederlo), non hanno più alcun tipo di interesse nel migliorare la propria vita. Non si preoccupano del cambiamento climatico, della politica o dell’economia. Sono arresi. Fantasmi che prendono metro e corrono in uffici. Si spengono davanti un lavoro che rispecchia la perfetta evoluzione del fordismo. Bersagli di marketing, sono inclini a depressione latente, non fanno figli e non comprano case.

Depressione e ansia infantile

Zoe e Maiale

Zoe è solo una bambina, ma la storia non ha avuto pietà per lei. I dispiaceri quando si è piccoli possono essere molti. Alcuni sono evidenti e riconosciuti come degni di attenzione, altri vengono troppe volte ignorati. We Si parla molto di come i bambini siano a rischio isolamento a causa di internet, di come dal 2006 con l’avvento dei Social il numero di suicidi sia aumentato di una percentuale mostruosa, tra i ragazzi tra i 14 e i 19 anni.

Zoe rifiuta la realtà sconosciuta in cui è stata violentemente catapultata. Per sfuggirle, dorme più tempo possibile. Dormire inizialmente sembra la soluzione migliore per inibire il dolore. Insegue un sogno, quello di non svegliarsi mai più.

Una delle patologie della mente, che da poco hanno una diagnosi e una cura, è l’ADHD, deficit dell’attenzione e di iperattività. Questa patologia porta i bambini ad essere iperattivi ma anche mentalmente isolati, persi nel loro mondo dei sogni ad occhi aperti. Se la malattia non viene correttamente diagnosticata può essere comunque curata in età adulta, con il rischio però di affiancarsi a depressione, ansia e molto altro.

Sempre di più i genitori cercano il meglio per i propri figli, dimenticando però di ascoltarli e di guardarli bene negli occhi per comprendere cosa c’è dentro. Se la medicina e le scienze dell’educazione hanno fatto passi da giganti, ad evolvere è stata anche l’abitudine di proiettare i sogni dei genitori sui figli, provocando ansia di fallire e di non essere all’altezza.

Sembra una cosa da nulla, una cosa da ragazzi che passa, solo che se non passa finisce in prima pagina.

Tu fai il sogno di cui hai bisogno

Si tratta comunque di un film per bambini, il lieto fine è d’obbligo ma non scontato! Scalda davvero il cuore, soddisfa la voglia di riscatto, ci fa riscoprire pieni di affetto. Ci fa venir voglia di alzarci dal divano, spegnere il pc e andare a fare qualcosa di stupido. Siamo ancora protagonisti delle nostre storie e dei nostri sogni. Slumberland sembra suggerire che dovremmo essere forse meno egocentrici e guardarci di più attorno. Aiutarci l’un l’altro e far entrare le persone nelle nostre vite a renderle più vive. Altri temi forti, dovuti alla pandemia e presi in considerazione nel film, sono sfiducia, l’isolamento e l’ansia sociale.

Slumberland vuole dirci che non siamo fighi se stiamo a casa appiccicati a Netflix. Non siamo i migliori se lavoriamo fino a notte fonda nella nostra stanzetta.

La morale è che lì fuori c’è il mondo che abbiamo sempre sognato. È nostro dovere viverlo e condividerlo.

Federica Arcangeli

Romana e milanese. Amo scrivere, fotografare, conoscere e condividere idee. Odio essere una Millennial, creo il mio posto nel mondo. Studies: Digital communication & New Media Favourites: Cinema - Musica - Arte - Teatro