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Al cinema “The Whale” | la trasformazione di Brendan Fraser

Da pochi giorni è uscito nelle sale italiane il nuovo film di Darren Aronofsky, “The Whale” con Brendan Fraser candidato come miglior attore protagonista agli Oscar 2023.

Il regista statunitense, conosciuto per le sue pellicole drammatiche tra cui possiamo sicuramente citare “Requiem for a Dream” con un giovane Jared Leto (2000) e “Il Cigno Nero” con l’incantevole Natalie Portman (2010), ha voluto raccontare una storia anch’essa drammatica che tratta del tema dell’obesità e della depressione.

LA TRAMA

Brendan Fraser, conosciuto per la famosissima saga de “La Mummia” dei primi anni 2000, tenta di rilanciare la sua carriera con un film impegnato il cui titolo si traduce letteralmente come “La Balena” termine che viene spesso usato in modo dispregiativo per descrivere una persona in sovrappeso.

L’attore americano interpreta Charlie, un cinquantenne obeso che vive da solo e passa le sue giornate sul divano, lavorando da casa e mangiando compulsivamente. Nella sua vita sono presenti solo Liz, l’amica infermiera, e Ellie, la figlia diciassettenne interpretata dalla giovane Sadie Sink di “Stanger Things”. Nel corso del film, Charlie che è in uno stato di salute precario, cerca di riallacciare i rapporti della figlia adolescente i quali si erano interrotti precocemente a seguito dell’abbandono del padre per inseguire l’amore della sua vita. L’assenza di quest’ultimo, dopo la scomparsa del partner, spiega anche il perché Charlie ha deciso di lasciarsi andare, cercando disperatamente di riempire il senso di vuoto con il cibo.

Una storia toccante e una performance che forse porterà l’attore alla conquista della famosa statuetta.  

LA TRASFORMAZIONE e LE CRITICHE SULLA “FAT SUIT”

Brendan ha subito una notevole trasformazione per intrepretare questo ruolo.

Non a caso il film è stato nominato anche per il premio del “Miglior Trucco e Acconciature”.

Il personaggio di Charlie pesa più di 300 kg e il regista Aronofsky ha deciso di servirsi il meno possibile degli effetti della CGI, provando così a realizzare il tutto “alla vecchia maniera”.

Il team del trucco e dell’acconciatura, composto da esperti truccatori tra cui Adrien Morot, makeup artist particolarmente riconosciuto nell’ambito cinematografico, ha svolto un lavoro impegnativo e ha usato una tutta protesica chiamata fat suit da far indossare all’attore protagonista.

Ed è proprio su questa tuta che in parte si concentra la critica, giudicandone negativamente l’uso.

Infatti, in molti hanno accusato il film di essere grasso fobico per diverse ragioni tra cui l’uso improprio di questa tuta che disumanizza e sottolinea come le persone in sovrappeso non possono togliersi il peso di dosso come fanno gli attori alla fine delle riprese, venendo direttamente esclusi dal casting di ruoli di questo tipo.

La fat suit è stata da sempre usata nei set cinematografici ma è da tempo ormai associata ad un uso offensivo, usata appunto per scatenare la risata o il disgusto delle persone normo peso.

Il tema quindi gira attorno alla scelta del casting, sul perché si sia deciso di lavorare molto sulla trasformazione estetica di Fraser invece che assegnare il ruolo del protagonista ad un attore che già di suo meglio si avvicinava alla forma fisica del personaggio.

Sicuramente un film che farà discutere e che lascerà in qualche modo il segno, soprattutto sulla carriera dell’attore.

Foto di copertina Adrien Morot

Federica Benevento

A cavallo tra i Millenials e la Gen Z, sono una ragazza romana da sempre appassionata di cinema e di serie tv. Nonostante il background da economista, riservo uno spazio importante alla scrittura che non è nient'altro che un modo per condividere la mia "nerdaggine" con il mondo.