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Il big booty delle Kardashian? Roba dell’800

Il primo stilista professionista dell’800 aveva già capito che avremmo avuto una forte passione per i sederi ingombranti. Tutto qui il merito di Worth?

Abiti di Worth – Pinterest

Che tu vesta un maglione blu (e se pensi sia solo un blu, ti consigliamo di riguardare “Il diavolo veste Prada”), o che tu segua l’ultimo trend, devi sapere che la moda è molto più di un vezzo estetico. Si tratta di una fotografia sociale in grado di raccontarci epoche intere e scrivere il futuro.

Se oggi siamo tutti influenzati dai metodi di comunicazione di grandi stilisti, è merito soprattutto delle donne. Schiaparelli in primis per il prêt-à-porter e per la liberazione del corpo femminile, portata poi avanti da Balenciaga. Impossibile non nominare Mademoiselle Chanel e Grès. Donne che affiancavano la loro arte e la loro creatività a correnti artistiche come il Dadaismo e il Surrealismo. Molti degli abiti che portiamo oggi, come una semplice maglia multi strato, vari tipi di scollatura o semplicemente i pantaloni, sono simbolo di rivoluzioni sociali forti a tal punto da modificare il mondo e renderlo quello che oggi conosciamo.

La moda è sempre quella

Alexander McQueen – Pinterest

In realtà non e cosi.

Anche se in questo articolo si parla di Worth e della sua invenzione di gonfiare i sederi di imperatrici e principesse, non sono gli abiti a ripetersi ma i costumi.

Una cosa che troverete sempre nella storia è la contrapposizione tra innovazione e tradizione. Per ogni battaglia c’è un antieroe che vuole il ritorno al passato. La moda nasce come metodo di espressione di eroi e antieroi.

Se nel 2023 l’eroe è la digitalizzazione, l’antieroe (o antitrend) è la nostalgia. Mi spiego meglio, avete mai sentito o detto una di queste frasi?

“Si ma senza internet si stava meglio”

“L’intelligenza artificiale ci porterà alla rovina”

“Io mollo tutto e apro una fattoria”

Oppure aprite il vostro profilo Instagram. Sarete bombardati da reels che evocano gli anni 2000 o addirittura video che collegano Beethoven all’hip hop. L’antieroe del 2023 ha nostalgia dei tempi andati. Oggi più che mai in un mondo in cui la digitalizzazione ha portato alla scomparsa dell’aura di unicità, all’omologazione e alla standardizzazione, stilisti e artisti trovano ispirazione nella nostalgia. La voglia di ritorno al passato è un tratto tipico della contemporaneità, ed è per questo che la moda sembra essere ciclica. È la profondità del punto di vista a cambiare!

Un flashback nel futuro: Charles Frederick Worth 

Le donne nell’800 erano il riflesso del successo, o insuccesso, dei mariti. L’apparenza definiva l’appartenenza sociale. I capi venivano commissionati a dei sarti e realizzati su misura. Non esisteva la produzione in serie, anche se modelli di partenza erano realizzati in maniera abbastanza simile.

Atelier Worth – modametiers.com

Verso la metà del 1800 però, un giovane sarto di nome Charles Frederick Worth stava per cambiare radicalmente la storia della sartoria, dando vita ai primi spunti di Haute Couture. Sua l’invenzione dei due elementi chiave dell’alta moda: La modella e la pubblicità. Per incrementare le vendite cominciò a far indossare a sua moglie, Marie Vernet, i modelli da lui creati ad eventi e corse ippiche.

Iniziò realizzando dei semplicissimi abiti bianchi caratterizzati dalla crinolina

Cos’è la crinolina? Avete presente i vestiti da principessa con quel grosso scheletro sotto la gonna? Esatto. Più l’impalcatura era grossa e piena di tessuto, più era facoltosa la donna che lo portava. Worth rese il tutto più comodo e leggero utilizzando tessuti come tulle o seta.

Fu nel 1864 quando, diventato sarto ufficiale alla corte di Luigi Napoleone Bonaparte, diede sfogo a tutta la sua creatività accorciando le gonne, creando tuniche comode e soprattutto, trasformando la crinolina nel predecessore del big booty contemporaneo: La tournoure.

Avete presente le sorellastre di cenerentola? Genoveffa e Anastasia che camminano con quei grossi cuscini di tessuto sul di dietro? Se osservate bene sembra quasi un twerk la loro sfilata dalla camera alla carrozza per andare al party di palazzo.

Worth non solo libera le forme delle donne, ma da inizio ad un movimento di enfatizzazione delle curve e piccoli aiuti estetici.

bigodino.it

È  Worth il primo couturier (stilista) che realizza abiti con firma sull’etichetta e li mette in vetrina o sulle modelle.

Tuttavia la sua visione della donna come ornamento da mostrare, stava per essere distrutta. La rottura definitiva è sicuramente di Chanel, ma vale la pena conoscere anche le storie delle altre donne protagoniste di questo cambiamento epico.

Vi consigliamo quindi il libro “Instant moda” di Andrea Batilla, che con accurata leggerezza ci permette di conoscere i protagonisti di una rivoluzione culturalmente sottovalutata.

Qualche anno fa la maison Worth è stata riportata in luce dalla collaborazione nata tra un giovane designer italiano Giovanni Bedin, e l’imprenditore indiano Dilesh Mehta. I capi moderni realizzati da Giovanni sono una meraviglia per gli occhi, e nonostante qualcuno dica che sia impossibile usarli per un aperitivo sui navigli, nessuno ce lo impedisce.

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Con Worth la moda entra nell’età moderna, reinventando la sua realtà fra estetica, comportamento, impresa creativa e spettacolo pubblicitario.

Federica Arcangeli

Romana e milanese. Amo scrivere, fotografare, conoscere e condividere idee. Odio essere una Millennial, creo il mio posto nel mondo. Studies: Digital communication & New Media Favourites: Cinema - Musica - Arte - Teatro