Milano Moda Donna A/I 2023/24: Un’Ode alla Femminilità

Analizzare la Milano Fashion Week Autunno/Inverno 2023/24 da un punto di vista puramente tecnico, elencando stilisti e tendenze, sarebbe stato semplice, ma avrebbe significato ripetere quanto già brillantemente descritto dalla stampa specializzata. Ritengo, invece, che le sfilate, oltre a prevedere le tendenze future, offrano un prezioso spaccato della società contemporanea. Le passerelle milanesi hanno presentato una femminilità elegante, sensuale e sartoriale, al contempo. Antonio Marras, ispirandosi alla scrittrice Grazia Deledda, ha ambientato la sua sfilata in un’atmosfera evocativa della foresta sarda di Burgos, con capi che combinavano tessuti, ricami e stampe floreali in un’armonia stilistica impeccabile. Alberta Ferretti ha proposto un’audace interpretazione del suo stile, giocando con tessuti tipicamente maschili riadattati in chiave femminile, per poi tornare alle sue radici con abiti in seta rossa e trasparenze maliziose. Fendi ha celebrato l’incontro tra maschile e femminile attraverso colli a cravatta, sovrapposizioni di gonne plissettate su pantaloni e impermeabili con paillettes. Max Mara, ispirandosi a Émilie du Châtelet, ha presentato una collezione di capi ispirati all’abbigliamento maschile ottocentesco reinterpretati in chiave femminile, con cinture-corsetto, cappotti indossati a spalla e minigonne in broccato. La sfilata Prada, con il suo tema “Taking care”, ha rappresentato l’essenza della femminilità attraverso l’amore e l’altruismo, con abiti lunghi e bianchi che ricordavano le divise delle infermiere, dettagli floreali delicati e maglioni minimalisti. Jeremy Scott per Moschino ha creato una donna aristo-punk, forse omaggio a Vivienne Westwood, con capi ispirati al “La persistenza della memoria” di Dalì. Gucci ha proposto una collezione che ha ripercorso la storia della maison, anticipando il nuovo corso creativo di Sabato De Sarno. Philosophy di Lorenzo Serafini, con il suo “Chic Érotique”, ha presentato una donna sensuale ma composta, con scollature strutturate, mini abiti mitigati da cuissard e abiti a caviglia. MSGM ha stupito con look total black sartoriali, comunicando un’immagine di donna semplice e rigorosa. Dolce&Gabbana, tornando alle origini, ha esaltato la sua impeccabile sartorialità, proponendo capi lingerie raffinati, completini blazer e pantaloni con dettagli in pizzo e abiti bustier in raso rosso. Giorgio Armani, con la sua collezione “Cipria”, ha mantenuto la sua elegante classicità, con forme fluide, abiti da sera in velluto e dettagli floreali. Al di là dei singoli marchi, emerge un’interpretazione sociale della moda. In un’epoca di incertezze, le collezioni presentate hanno riaffermato la femminilità nella sua più pura essenza, alcune con silhouette severe, altre con capi lingerie, altre ancora ispirandosi a figure femminili coraggiose. La moda ci sta comunicando, senza mezzi termini, la necessità di riaffermare la femminilità in tutte le sue sfaccettature: dalla cura di sé alla parità di diritti. Le modelle, con fiori in mano, o in uscita da ascensori “sociali”, simboleggiano la piena inclusione femminile. La lingerie, ostentata con maestria, o il bustier come accessorio, rappresentano l’unione tra corpo, anima e intelletto. Il messaggio è chiaro: le donne devono riconquistare il loro spazio, esprimendosi attraverso un abbigliamento che comunichi semplicemente femminilità: il “Power Dressing”. E come diceva Grazia Deledda, “le più grandi cose si dicono in silenzio”, e quale modo migliore per esprimere l’arte di essere donna se non attraverso le passerelle?