Claudia Gusmano, la forza rivoluzionaria del rifiuto | INTERVISTA
Parola all’attrice siciliana, ora nelle sale con il film “Prima Donna”
Prima, ma non per scelta: Claudia Gusmano è la paladine cinematografica di questo 8 Marzo, con il suo ruolo di protagonista nel film “Primadonna”. Uscita proprio oggi, mercoledì 8 Marzo, nelle sale italiane, la pellicola trasuda impegno sociale e femminismo, all’insegna della propria emancipazione interiore. “Il cambiamento per sé stessi è alla portata di tutti – argomenta l’attrice siciliana, finalmente raggiunta dai nostri microfoni – ma è dalla condivisione che si genera una rivoluzione“. E infatti la sua Lia Crimi, ispirata liberamente a Franca Viola, è un personaggio atipico, pronto a dire di no a un matrimonio riparatore per raggiungere la sua felicità: “L’ho vista come una missione, un impegno sociale a comunicare che con un semplice NO dentro sé stessi può scatenare un cambiamento a macchia d’olio”.
CLAUDIA GUSMANO, LA STORIA DI “PRIMADONNA”
Un romanzo dentro una storia reale: Claudia ha letto le cronache storiche sul matrimonio riparatore e le ha implementate per creare un personaggio storico al contempo sincero e veritiero. Infatti la storia di “Primadonna” si sviluppa nella Sicilia degli anni 60′, fra i sogni artistici di Lia e il duro lavoro sui campi col padre fino all’inaspettata battaglia legale, a fronte della privazione del proprio corpo che la eleva a pioniera dei diritti delle donne. Tempo lontano, quindi? Macchè. Claudia, infatti, ci svela come questo personaggio l’abbia vissuto in maniera oraziana, come se la sua Lia avesse vissuto in un 2023, carico di oggetti antiquariati. “Anche se quel reato è stato abolito nel 1981, purtroppo ha lasciato strascichi importanti che ci fanno ancora parlare di situazioni spiacevoli“. E in effetti le cronache testimoniano retaggi culturali ancora ingialliti dal peso degli anni, fra femminicidi e disparità sociali tutt’ora in auge.
Ma occhio a svolgerne un’azione altrettanto stereotipata: l’emarginazione totale dell’uomo. “Questo film – ammette la giovane artista, famosa pure per i suoi ruoli in altrettante fiction di successo come L‘Allieva e Don Matteo – vuole far luce su questa forzatura imposta ai figli maschi, a questo ‘machismo’ a tutti i costi”.
Da qui infatti la ritrovata macchia d’olio, che ben simboleggiamo speranzosi per la diffusione capillare del film, anche alle famiglie, composte da quei padri che abbiano la voglia di prendere le distanze da quegli esempi scabrosi del recente passato. Per adesso, la risposta internazionale è stata soddisfacente, con gli ottimi consensi ricevuti nell’anteprima mondiale al London Film Festival e a Barcellona, oltre al passaggio romano vincente in Alice nella Città, dove ha trionfato nella sezione Panorama: “La bellezza sta nelle persone che vengono da me dopo il film per raccontarmi le loro esperienze e chiederti alcune curiosità“. Personaggi-specchio, appunto, alla quale l’attrice siciliana non si è mai sottratta nella sua lunga carriera artistica, incominciata coi primi provini svolti nel 2005.
CLAUDIA GUSMANO, OLTRE “PRIMADONNA”: L’ANTIDIVISMO PER DIVENTARE FAMOSI
E’ difficile catalogarsi, ancor peggio se uno ne fa una ragione di vita: Claudia Gusmano è un vortice intenzionalmente fuori dagli schemi che comprende vede il teatro come una casa e il cinema come un’amore indescrivibile, con un’incessante e perpetua trepidazione via via che l’asticella artistica salga di livello. Dai suoi esordi in sordina alle spalle di giganti come Terence Hill alle prime avvisaglie emancipate con Alessandra Mastronardi nella fiction “L’allieva”, fino alla stravagante Alice in “Guida Astrologica per cuori infranti”: abbiamo visto crescere la giovane trapanese sul piccolo schermo, ma dietro a questo percorso ascendente si cela tanto sacrificio e sana umiltà che ne fanno un’icona atipica.
“Ho un problema grosso coi social – ironizza Claudia a ruota libera – perché mi sconquassa l’equilibrio”. E infatti al clamore mediatico e alla ricerca spasmodica di visibilità dei suoi colleghi, l’attrice adora nel tempo libero le passeggiate e il silenzio, anche in presenza di altri – “è quel momento in cui mi sento di non dover essere a tutti i costi prestante” – , ama la luce artistica di Olivia Colman, ascolta l’armonia di Tosca e le poesie musicali di Lucio Dalla e valorizza a pieni polmoni il concetto di vita volta all’arte: “è immensamente preziosa e quando ti offre di vestire panni inediti, tu la puoi riempire con i tuoi semi più nascosti, attraverso l’empatia”.
E tramite essa l’attrice ha sviluppato rapporti professionali davvero stupefacenti, come con la stessa regista Marta Savina, con la quale aveva già gettato incosapevolmente nel 2017 le basi di “PrimaDonna”, in un cortometraggio: “Lei mi ha fatto capire che lavorare nel cinema è mai fingere e come fosse necessario donare tutta me stessa per rappresentare quel personaggio”.
Dedizione e unicità, questi i valori trasmessi dall’attrice trapanese, che svilisce la ricerca della “perfezione” , invertendola verso quell’imperfezione umana come valore aggiunto. Perchè dopotutto lei, come tanti altri lavoratori nello spettacolo, rappresentano in scena “esseri umani e non bambolotti”.