L’ascesa e la caduta di un visionario: il ritratto intimo di Kanye West su Netflix

Kanye West, figura controversa e carismatica, è un artista che suscita reazioni estreme: ammirazione incondizionata o profondo disprezzo. Il documentario di Netflix, diretto dall’amico d’infanzia e regista Coodie Simmons, offre uno sguardo inedito sulla vita di questo personaggio, rivelando la complessità di un uomo che ha sempre lottato contro i pregiudizi della società americana. Realizzato nell’arco di due decenni, il film traccia la parabola esistenziale di un individuo che, nonostante le etichette di “pazzo”, “arrogante” ed “egocentrico”, ha perseguito instancabilmente la sua visione del mondo. Nato a Chicago in una famiglia che gli ha instillato fiducia nelle proprie capacità, West ha sempre creduto nel suo talento, contrapponendosi allo stereotipo del rapper cresciuto nel ghetto. Da produttore di beat per Jay-Z e altri artisti hip-hop di New York alla fine degli anni ’90, si è autoprodotto e promosso con audacia, costruendosi una carriera straordinaria. Il documentario esplora il profondo legame con la madre, Donda, e il successivo distacco dai suoi affetti a seguito del successo planetario. La morte della madre e un esaurimento nervoso, culminato in un ricovero psichiatrico dopo commenti controversi su Obama e Trump, segnano una svolta nella sua vita. Il periodo post-ricovero, caratterizzato da un cambiamento fisico ed emotivo, evidenzia la trasformazione del suo genio creativo. La fede diventa il suo rifugio, mentre si concentra su progetti di moda e sulla diffusione del Vangelo, in linea con la sua personalità eccentrica, testimoniata dalle sue performance musicali gospel/rap. Il film pone l’interrogativo su come una persona così determinata e passionale venga bollata come instabile, persino pericolosa, a causa di una diagnosi di disturbo bipolare. West rifiuta i farmaci, consapevole che inibiscono la sua creatività, accettando la sua condizione e la consapevolezza di non poter piacere a tutti. Il documentario mostra la sua evoluzione: da giovane artista timido ma ambizioso a figura pubblica costantemente sotto i riflettori, costretta a riadattare la propria immagine per mantenere il successo. L’artista si confronta apertamente con le sue difficoltà, confessando a Coodie l’uso di farmaci per affrontare le apparizioni pubbliche, rivelando l’incongruenza tra la sua comunicazione autentica e le esigenze del mondo dello spettacolo. La sua lotta contro la malattia mentale, con momenti di lucida consapevolezza alternati ad episodi di flusso di coscienza inquietanti, è resa con sensibilità e rispetto. Kanye West è un genio indiscusso, il cui talento è riconosciuto da amici e nemici, mentre solo la stampa sembra ostinarsi a presentarlo come un personaggio negativo. Questo fa sorgere il dubbio che la sua immagine pubblica sia manipolata per limitare la sua influenza culturale. Netflix, nota per la sua libertà editoriale, offre in questo docufilm un’occasione per riflettere sulla complessità di un artista che, come tanti altri visionari prima di lui (Yves Saint Laurent, Gucci, Tenco), ha saputo trasformare la sua diversità in un punto di forza. La domanda rimane: perché West è considerato “pazzo”? La risposta, probabilmente, sta nel film stesso.