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La battaglia di Sala per i diritti civili: “Barricate per i figli di coppie omogenitoriali”

La notizia di una retromarcia nell’evoluzione sociale di una delle città più avanguardista italiana sconvolge e sconcerta. Negli scorsi anni sul palco del Pride, Beppe Sala annunciava di essere intervenuto personalmente in favore delle famiglie arcobaleno, firmando nel suo ufficio il provvedimento che permetteva il riconoscimento di nuovi nati di coppie gay. Milano diventa la prima città a tutelare figli e genitori di ogni tipo.

Nonostante le varie segnalazioni del governo, Sala aveva deciso per una posizione coraggiosa e autoritaria:

“Dovevo fare la mia parte, è giusto e civile.”

Beppe Sala

Purtroppo il governo ha scelto una via differente, annullando l’atto estremamente innovativo del primo cittadino milanese, indicandolo come “Scelta arbitraria e fuori legge”.

L’Italia oggi fa un passo indietro? Oppure cerca in maniera goffa di arginare un fenomeno che in una cultura prettamente cattolica e tradizionale risulta controverso?

Partendo dal fatto che una decisione simile deve essere accettata dalla Corte Costituzionale, ci rendiamo conto di come effettivamente l’atto di Sala sia particolarmente strano. Nemmeno il prefetto lo ha bloccato o interpellato in alcun modo. Un atto istintivo preso da un singolo individuo sappiamo non essere l’idea migliore per una democrazia. Tuttavia quello di Sala si trattava di un apri porte per un processo di democratizzazione. Quello che si spera avremo dopo questo provvedimento del Governo.

Il governo è contro il popolo?

Limitandoci ad una interpretazione che vuole analizzare ogni possibile via, senza sentenziare del bene o del male, prendiamo in considerazione ogni lato di questo provvedimento. Cercando inevitabilmente di trovarne un risvolto positivo.

Sicuramente, nello stile italiano, è confuso e poco chiaro. Si parla di bloccare l’iscrizione all’anagrafe di Milano dei nuovi nascituri di coppie omogenitoriali, per evitare di mettere in difficoltà gli impiegati statali, divisi tra le disposizioni regionali e quelle nazionali senza ovviamente una guida decente. Questo non significa che i bambini non esisteranno, ma che avranno un solo genitore. Infatti sia per le coppie sposate, di fatto, o conviventi, il nascituro sarà riconosciuto con un solo genitore. Quello biologico.

Sembra quindi che non si parli di una lotta alle famiglie arcobaleno (non diretta almeno), ma di una “tutela” nei confronti della pratica di utero in affitto. Nessuno mette in dubbio che si tratti di un passo indietro socialmente parlando, ma le cause potrebbero essere più ampie di un governo di Destra. La visione dell’utero in affitto in Italia viene infatti influenzata fortemente da fattori culturali (gli stessi che pesano sulle donne ogni giorno) e religiosi.

Quello che il governo sembra voler dire, nella maniera più sbagliata possibile e senza una comunicazione in grado di gestire i social, è che non si oppone alle famiglie arcobaleno ma alla pratica di andare all’estero per affittare un utero e portare a casa un figlio.

www.theitaliantimes.it

Ribadiamo come la comunicazione di questo governo sia abbastanza carente. Sui social corrono notizie false, manipolate o incomplete sulla questione, mettendo gli utenti in posizione di farsi un’idea soltanto estrema (da una parte o dall’altra) senza tentare di darne diverse interpretazioni, anzi sfociando in odio e violenza verbale nei confronti di Giorgia Meloni.

Difficilmente, se siamo ancora al livello di insultare sui social una donna, con le tipiche affermazioni maschiliste (da parte di uomini donne etc), possiamo pretendere davvero di fare passi avanti nella società.

Sala in ogni caso decide di combattere con l’opposizione (civile e politica) in una barricata per rivedere questa direttiva e permettere a Milano di rimanere l’avanguardista di sempre.

Il risultato potrebbe essere una normativa migliore di una decisa da un singolo individuo, magari votata ad onorare le basi della democrazia e che metta anche gli operatori pubblici in grado di lavorare senza rischiare il posto di lavoro. Nell’opzione più buia rimarremo con l’ennesima legge scritta male da un’iniziativa non ben chiara che crea divario sociale e ondate di odio verticale e orizzontale.

Federica Arcangeli

Romana e milanese. Amo scrivere, fotografare, conoscere e condividere idee. Odio essere una Millennial, creo il mio posto nel mondo. Studies: Digital communication & New Media Favourites: Cinema - Musica - Arte - Teatro