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“Verso la fine del mondo” di Vincenzo Fabaro | RECENSIONE

Un dolore grande, che ti dilania le viscere, brucia cuore e pensieri. Hai la convinzione di non farcela, e forse davvero non ce la farai, tanta è la sofferenza che ti prende portandoti giù, nel fondo della disperazione. Si aggroviglia ogni cosa venendo meno la linearità di ciò che, poco prima, era normale. Butti fuori tutto: paura, ansia, rabbia. Poi ti riprendi, almeno nelle intenzioni. Ti abbandoni, così, a quello che, inizialmente, appare come un appiglio. Con il tempo di rendi conto, con maggiore contezza, che le parole che non riesci a dire a nessuno, quasi a proteggerle da orecchie sorde, le scrivi. Ti lasci andare, sui fogli. Ti sfoghi. Scrivi e ti senti meglio, ti alleggerisci. La scrittura è sentimento. Le parole sono le tue emozioni, le tue sconfitte, il tuo coraggio, le tue paure e le tue conquiste. La scrittura è qualcosa che ti porti dentro, spesso senza saperlo, che poi affiora nei momenti più difficili. Attraverso i fogli diventi libero, consapevole, audace. Esplori te stesso passando dall’ispirazione o dalla voracità dell’incontro che ti prosciuga le forze. Sulle pagine cammini, corri, ti fermi, prendi fiato. Vorresti diventare matto senza alcuna intenzione di tornare. La scrittura ha bisogno di respiro, di sfumature, di tratti decisi. Non puoi restare appeso sul bianco da coprire con il nero di china incapace di dire altro. Il dolore, il tormento emotivo, si trasformano in storie,  in un saluto, in un addio. Sono pezzi di vita, squarci di sofferenza, lembi di speranza. Le storie possono finire in fondo al mare o sulla bocca di molti o di pochi. Possono farsi scrittura o silenzio. In un modo o in un altro, servono. Penserai di aver perso tempo, di non essere all’altezza, di non combinare nulla di buono, ma se scrivere ti è servito a superare il dolore oppure a seminare un po’ di leggerezza, allora carta e penna ti hanno aiutato. 

In Verso la fine del mondo di Vincenzo Fabaro entri nel dramma di Federico, uno scrittore, a cui viene diagnosticato un male incurabile. La notizia lo lascia senza parole, interdetto, e con una moltitudine di domande. Le risposte, non tutte, arrivano lentamente attraverso turbamenti emotivi e attraverso l’allontanamento. Niente è facile nella vita, soprattutto prendere decisioni forti, di rottura, per arrivare sereno all’ultima tappa. Alla fine. 

Il romanzo è toccante. La storia si scioglie come un grande respiro, dall’inizio alla fine, priva di capitoli. La prosa procede spedita, è emotivamente solida.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.