Il fascino neurologico dei video ASMR

L’impatto dei video ASMR sulla mente umana è un fenomeno psicologico affascinante. Il loro successo risiede nella capacità di stimolare una risposta sensoriale multiforme. Il marketing sensoriale, ormai consolidato sui social media, ha sfruttato appieno questa capacità. L’ASMR, acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, è noto per indurre il rilascio di dopamina. La psicoacustica, la disciplina che studia questo fenomeno, evidenzia come determinati suoni non solo stimolino la produzione di dopamina, ma migliorino anche funzioni cognitive come la concentrazione. Professionisti di mindfulness e del mondo sportivo impiegano queste tecniche con i loro clienti, sia celebri che semplicemente stressati.
Ma perché il cervello reagisce in questo modo? I suoni riprodotti – manipolazioni, rumori di masticazione, suoni di oggetti – sembrano evocare ricordi infantili, in particolare quelli antecedenti ai tre anni. Le sensazioni tattili e uditive associate all’infanzia (ad esempio, il rumore delle stoviglie durante i pasti familiari, le carezze, le parole sussurrate) vengono rievocate, spiegando la soggettività nella scelta degli ASMR preferiti. Alcuni suoni vengono percepiti negativamente, basandosi su un istinto di evitamento infantile. L’ASMR, dunque, richiama sensazioni ed emozioni legate a specifici suoni.
È interessante notare le origini dell’ASMR nel mondo dei videogiochi orientali, culture in cui spesso la sessualità adulta è stata a lungo repressa. Questo aspetto sembra confermare, contrariamente a quanto spesso sostenuto, le intuizioni di Freud. L’arrivo dell’ASMR sui social media, partendo da YouTube, ha modificato il modo di fruire questi contenuti. Molti creatori di contenuti online hanno colto le potenzialità dell’ASMR, alcuni trasferendosi su piattaforme come OnlyFans. Creatrici come Amouranth, nota per i suoi video sensuali che incorporano suoni di lingua e ambienti suggestivi, ne sono un esempio. L’ASMR è presente anche su Instagram e TikTok, spesso camuffato in contenuti di “mukbang” (grandi mangiate), mascherando sottilmente elementi erotici.
L’ubiquità degli ASMR sui social media è un esempio del potere del neuromarketing. Già dall’Ottocento, i profumieri parigini cercavano di coinvolgere tutti i sensi nella presentazione dei propri prodotti. Il neuromarketing da tempo studia come sfruttare l’olfatto, il senso più persuasivo, nelle campagne pubblicitarie. L’analisi dei dati raccolti sui video ASMR aiuta a comprendere le dinamiche psicologiche del consumo e gli stimoli che innescano acquisti impulsivi. In un mondo saturo di messaggi pubblicitari, la lotta per l’attenzione si concentra sugli acquisti d’impulso. Possiamo continuare a fruire degli ASMR senza eccessive preoccupazioni, ma è fondamentale riflettere sui meccanismi che influenzano le nostre scelte, per difenderci da eventuali manipolazioni e preservare la libertà di scelta.