Riflessioni sulla Precarietà: un’analisi di “Incertezze” di Matteo Della Rovere

Una vita senza scopo è una vita spezzata. Essere in balia degli eventi, senza un fondamento solido, conduce a diventare un burattino nelle mani di chi ci manipola, privi di un’identità definita. La mancanza di impegno, l’abbandono dell’ambizione di raggiungere la serenità, erode anche la dignità, se mai ne possediamo. Riempire il tempo con attività insignificanti, prive di significato, alimenta solo l’incertezza, un peso insopportabile quando tutto è instabile, precario, in continuo mutamento. L’esistenza ci pone di fronte a responsabilità che ci fanno crescere, ci insegnano, e che plasmano la nostra personalità. Evitare queste sfide significa impoverire il nostro carattere, limitando il potenziale che potrebbe fiorire. La mancanza di punti di riferimento diluisce persino il desiderio di cambiamento. Sognare è una cosa, lottare per realizzare i propri sogni è un’altra. Tra i due estremi, il lassismo e la mancanza di volontà rappresentano un grave ostacolo. Autocommiserarsi è sterile, trovare giustificazioni è vergognoso quando il controllo è nelle nostre mani. Dipendere dagli altri è inaccettabile, anche solo come idea. Approfittare degli altri per un tornaconto personale è un furto morale, una violazione della buona fede. Aiutare chi è in difficoltà è un atto di solidarietà, una fiamma di speranza che ci guida. Ma non si può fare totale affidamento sulla generosità altrui; prima di tutto, dobbiamo sostenerci da soli. Superare le difficoltà e raggiungere i propri obiettivi, riducendo così il peso dell’incertezza, dovrebbe essere la regola, non l’eccezione. “Incertezze” di Matteo Della Rovere ci introduce nella vita di Sandro, un giovane coinvolto in relazioni dannose. Roma, 1975: l’estate è torrida, soffocante. Sandro è privo di motivazione, senza lavoro. Si sente diverso dagli altri, combattuto da profonde incertezze, e le scelte esistenziali gli si presentano come ostacoli insormontabili, aggravati da dubbi e sensi di colpa. Il romanzo presenta alcuni punti deboli: l’inizio è lento, privo di ritmo, per poi accelerare improvvisamente in un vortice di eventi. Lo stile, tuttavia, è semplice e diretto.