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“Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?” di Raffaella Fanelli | RECENSIONE

La verità, quella scomoda, è pericolosa. Spesso si occulta per proteggere interessi di Stato, personali e criminali. Chi è coinvolto in questioni malsane, trema. Essa potrebbe venir fuori in diversi modi e in tempi, a volte, lontani dai fatti. Qualcuno potrebbe pretendere di più, conscio dell’enorme gravità delle cose. Taluni equilibri si possono rompere e il castello crolla. Alla verità si può arrivare anche per paura: di perdere tutto, di finire sotto scacco oppure di essere eliminati. Questa verità, però, puzza. Nasconde sempre una dimenticanza voluta. Cercarla è una priorità, farla conoscere è un dovere. Lo sanno bene le forze dell’ordine, gli inquirenti ed i giornalisti quando si trovano dinanzi ad un caso da risolvere e da raccontare. Eppure succede che le indagini, a volte, siano superficiali, frettolose, inquinate da ricatti ed inadempienza professionale. Per questo motivo, e per altri ancora, esistono i casi irrisolti. Si possono chiamare anche delitti perfetti o i misteri d’Italia, la sostanza non cambia. Restano dei gialli. Dentro c’è di tutto: dalle verità mancate e nascoste, dalla doppia verità, quella investigativa e quella processuale, da un insieme di errori e da poteri forti che mettono mano ora a questo ora a quel documento o teste per farli sparire. Le menzogne, i depistaggi ed i numerosi “non ricordo”, gli interrogatori talasciati, poi, fanno il resto allargando le maglie di colpe e di responsabilità. Ma la verità, chi si ostina a cercarla veramente, la trova. Almeno nei tasselli che vanno collocati nei posti giusti. 

In Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni? di Raffaella Fanelli emergono i grandi vuoti, le numerose contraddizioni e la sorprendente superficialità delle indagini sul caso di via Poma. Roma, quartiere Prati. È il 7 agosto 1990 quando Simonetta Cesaroni, vent’anni, viene uccisa nell’ufficio in cui lavora saltuariamente. Ad oggi nessun colpevole, molti innocenti, un tempo indagati ed imputati, processi flop e tantissime menzogne. Nel 2022 alcune rivelazioni hanno fatto vacillare l’alibi di una delle persone coinvolte. L’inchiesta, così, è stata riaperta. È stata creata anche una commissione parlamentare d’inchiesta. Esiste un buco nero nel delitto Cesaroni. Emerge dall’intervista fatta dalla giornalista-scrittrice ad un avvocato. Un uomo ambiguo dalla fitta rete di relazioni pericolose, che per le indagini era un signor nessuno. 

Il libro è audace. La scrittrice è precisa, meticolosa nella ricostruzione dei fatti. Mette in evidenza errori, inadempienze, stranezze che hanno contribuito a rendere il caso di via Poma un delitto perfetto. In una vera e propria indagine sbagliata, Raffaella Fanelli mette in luce “tutta la verità possibile “. La prosa è incalzante e la storia incredibile ed assurda.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario per Mille e un libro Scrittori in Tv di e con Gigi Marzullo Rai Cultura. Giornalista, recensore professionista.

Un pensiero su ““Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?” di Raffaella Fanelli | RECENSIONE

  • Grazie Lucia… la tua penna è un portafortuna per i miei libri!

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