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Un Viaggio Interiore: Riflessioni sulla fuga e il ritorno in “A volte la neve”

La fuga diventa una corsa frenetica, un tentativo di lasciare indietro frammenti di sé e ricordi dolorosi. Il vuoto lasciato si colma con nuove esperienze, un disperato tentativo di soffocare la nostalgia. Ma questa frenesia si rivela un peso estenuante, un’inutile lotta contro un’ineluttabile verità: il desiderio di qualcosa di più profondo. Si costruisce una vita frenetica, un muro di impegni per silenziare i sussurri dell’anima, per evitare il confronto con la realtà. Nei momenti di debolezza, si è esattamente nel punto in cui si è tracciato un limite; da lì in poi, tutto appare diverso, o almeno così si crede. Ci si racconta storie, illusioni per sopravvivere, evitando di scavare nel profondo della solitudine, spaventati da ciò che si potrebbe trovare. La luce, i colori, sembrano irraggiungibili. Allora, si corre più veloce, fino allo stremo delle forze, fino a quando la stanchezza fisica non suscita il desiderio di tornare indietro, per sé stessi. Non si può vivere all’ombra delle aspettative altrui, nascosti, paralizzati dalla paura. La vita, invece, va affrontata a viso aperto, anche se questo implica fuggire, ritrovarsi in luoghi diversi. Ogni esperienza, ogni giorno, contribuisce alla crescita, permettendo di andare avanti, e, se necessario, di tornare alle origini, perché le radici non si dimenticano. Si parte per costruirsi un futuro, per diventare qualcuno, per lasciare alle spalle il dolore e i legami che lo hanno causato. Ma nuovi dolori, e nuove gioie, si aggiungeranno al bagaglio esistenziale, insieme alla maturità conquistata. Liberandosi di dubbi, paure, tristezze e sofferenze, si respira finalmente, un nuovo colore torna sulle guance, e l’inverno nell’anima si scioglie. Il romanzo “A volte la neve” di Maria Consiglia Alvino esplora queste dinamiche attraverso le vicende di tre giovani amici, Chiara, Rocco e Luca, provenienti dallo stesso paese, legati da un passato che si è spezzato, ognuno chiuso nel proprio silenzio. La loro storia, chi se ne è andato e chi è rimasto è irrilevante, è una potente analisi del viaggio interiore necessario per comprendere se stessi e i sentimenti provati verso gli altri. L’opera si distingue per la sua intima e introspettiva natura, grazie ad una narrazione scandita da frasi brevi e incisive, in una prosa limpida ed essenziale.

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