“La figlia del podestà” di Andrea Vitali | RECENSIONE
Il silenzio ha un prezzo. Aggirare la verità comporta sempre dei rischi. Se essa, poi, è fatta da tante misture si potrebbe creare solo confusione. Garantire un certo ordine implicherebbe svelare gli altarini. Allora, converrebbe tacere. Sarebbe opportuno aspettare il momento giusto per far quadrare il cerchio e qualcuno dovrebbe soccombere. Abbassare la testa, accettare le decisioni altrui, finanche i ricatti, sarebbe la posta in gioco più ovvia per conservare quel silenzio che regola gli equilibri precari. Gli errori, le colpe, si pagano. E alcuni scendono anche a compromessi per non agitare le acque. Il silenzio vincola i rapporti. Coloro che hanno qualcosa da nascondere si piegano alla speranza che tutto possa risolversi per il meglio, senza troppe scosse. Quando alcune circostanze sono troppo ingarbugliate, perché si pensa di avere un potere spropositato a danno della realtà, si cerca di mettere delle pezze. Ma sono stonature che nell’insieme figurano male. Poi, il silenzio cessa. La verità viene a galla. I fatti rivendicano la primordiale autenticità di narrazione. Chi ne ha alterato il racconto e modificato il naturale percorso si troverà a fare i conti quando quel silenzio rompe gli argini. L’evidenza, così, si palesa in modo disarmante. La vita insegna. Indietro non si può tornare, si può correggere il tiro. Si possono aggiustare le situazioni, ma ognuno sa che cosa ha fatto, ottenuto, lasciato e perso.
In La figlia del podestà di Andrea Vitali conosci i sotterfugi, le ambizioni e la malapensata di chi desidera qualcosa pensando che il silenzio sia una risorsa. Le confidenze sono una cosa, ma tacere i propri programmi è un’altra cosa. Nella città di Bellano si vive una certa agitazione. Il podestà ha un progetto moderno e ambizioso che però costa, e tanto anche, alle casse del comune. Sua figlia, poi, è cambiata. E scoprire il perché porta il podestà in bestia. L’uomo ha taciuto per molti anni qualcosa che non ha mai raccontato neanche alla moglie.
Il romanzo è uno spasso. Lo scrittore ha la capacità di rendere la narrazione viva tanto da creare una storia godibile e vivace.