“Osmosi Liberi di essere” di Emanuela Lusuardi | RECENSIONE
La crudeltà non ha confini. Non si è mai preparati al peggio. Quando si pensa di aver conosciuto i gravi danni della spietata ferocia umana, si presenta un livello superiore di brutalità. Il precipizio è talmente profondo che per salvarti implori la morte. Finirci dentro è orribile, spaventoso, disumano. Uscirne vivi è un puro mircolo. L’anima, che patisce il dolore straziante dell’oltraggio fisico e morale, non ha più alcun respiro. E’ spenta ad ogni possibile impulso, violentata per sempre. In alcuni Paesi, l’estrema miseria e la forte ignoranza della gente povera spinge alcuni criminali a sfruttare le fasce più deboli: i bambini e le donne sole. I deliquenti fanno presa, con il danaro, sulle famiglie indigenti. Con la prospettiva di un guadagno imminente o di un futuro florido, adescano bambini per la prostituzione minorile, per il traffico di organi. Si lucra, in questo modo, sulla disperazione di chi non ha nulla. La malvagità di questi criminali è fatta di regole e di interessi. La violenza, le torture, le mutilazioni, il commercio di organi, l’uso di bambini nei riti satanici, nel traffico di droga, nei video porno amatoriali e gli omidici di molte di queste vittime, sono qualcosa di indicibile. Impossibile da accettare, terribile il solo pensiero. Il dolore e la paura di coloro che vivono nel costante incubo di una siffatta crudeltà fanno sì che l’obbedienza sia la via più semplice da prendere. La sottomissione è la flebile luce che si nutre nella speranza di salvarsi.
In Osmosi Liberi di essere di Emanuela Lusuardientri nell’inferno della violenza più disumana nei confronti dei bambini, e non solo. Conosci anche la forza di una donna, Brigid, che pur di salvare queste povere anime rimane lei stessa invischiata nello sfruttamento della prostituzione. Violentata, a sua volta, picchiata e umiliata nella sua dignità. Lei è una super testimone nel processo di traffico di droga e di minori ai danni di un astuto criminale e delle sue presunte attività socio-filantropiche. Brigid lavora sotto copertura in un centro di recupero per adolescenti nel Big Sur, ma si è è trasferita in Nepal sotto falso nome per far parte di una missione umanitaria. E’ lì che l’inferno della miseria avvolge le famiglie povere e dove il commercio di organi e di vite umane è dilagante.
Il romanzo è forte. La narrazione, per la crudeltà dei temi trattati, è quasi soffocante. La scrittura è un tornado, efficace e spregiudicata nell’essenza delle parti più forti. Non si rimane indifferenti dinanzi ad un romanzo del genere.
Il romanzo è forte. La narrazione, per la crudeltà dei temi trattati, è quasi soffocante. La scrittura è un tornado, efficace e spregiudicata nell’essenza delle parti più forti. Non si rimane indifferenti dinanzi ad un romanzo del genere.