“L’eredità di Cassiopea” – Un’analisi letteraria

Taluni racconti restano sepolti, gelosamente custoditi nell’ombra. I segreti in essi racchiusi richiedono protezione, un silenzio assordante. La vita scorre, anche tra i sussurri. Dosare le parole, selezionare quelle più adatte, è un’arte complessa, soprattutto quando il cuore anela a esprimere molto di più. Si ricorre all’inchiostro per comunicare tra le righe, per cogliere l’essenza di un sentimento, per immortalare persino il calore di un amore spezzato dalla distanza. A volte si accarezzano le parole per sublimarle. Non si sa mai quante occorrono, ma si obbedisce all’intuito, più che a logiche esterne. Ci si abbandona al flusso. Ogni cosa ha il suo tempo, anche quello di riesumare storie che racchiudono un’intera esistenza. Esistono primavere che permangono impresse nella memoria. Quando non appartengono più ad alcuna mente, ad alcun cuore, si dissolvono per sempre. Se, però, lasciano una traccia, e quelle storie vengono alla luce, allora emerge la potenza della voce di chi ha custodito un segreto. Ci si sente improvvisamente parte di quelle vite. Si indossano i loro panni, si seguono i sentieri della loro esistenza, ricomponendo i frammenti disordinati di una narrazione da curare come un reperto prezioso. In questo modo si conosce la perdita di qualcosa mai vissuto, eppure profondamente sentito. Perché i sentimenti emergono, e quelli autentici, veri e profondi, lasciano un’impronta indelebile. Sempre. In “Cassiopea” di Clelia Zarbà si respira un sogno, ma anche un amore antico. Celeste, una giovane siciliana aspirante scrittrice, trova il sostegno della nonna Filomena. Un brindisi suggella questo augurio. Un giorno la ragazza scopre uno scrigno contenente alcuni fogli. Un segreto riemerge dal passato, e Celeste saprà cosa farsene, come preservare quelle parole lontane nel tempo, che testimoniano un’epoca difficile per l’Italia e non solo. Il romanzo presenta indubbio interesse. La narrazione è fluida, sebbene alcuni periodi eccessivamente lunghi talvolta interrompano il flusso emotivo. Lo stile è romantico, intriso di malinconia.