Eurovision 2024: Un settimo posto amaro e un’analisi critica

Eurovision 2024: Un settimo posto amaro e un’analisi critica

L’edizione 2024 dell’Eurovision Song Contest a Malmö si è conclusa con un risultato deludente per l’Italia, che si è piazzata al settimo posto con “La Noia”. Nonostante le aspettative iniziali fossero piuttosto elevate, il brano italiano non è riuscito a conquistare il pubblico e le giurie, superato da canzoni inizialmente considerate meno competitive. Questo ha scatenato una serie di polemiche, con l’opinione pubblica che ha puntato il dito contro la Rai, accusandola di inadempienze nella copertura televisiva. In particolare, la trasmissione dei punteggi, con modalità che hanno sollevato dubbi in passato, e un commento tecnico da Roma giudicato superficiale e inadeguato all’importanza dell’evento, hanno alimentato le critiche. Si è parlato di violazione del “codice” di trasmissione, in riferimento al titolo della canzone vincitrice, ma tali errori, pur deprecabili, non sembrano aver inciso sul risultato finale. Infatti, l’Europa, dopo aver premiato la viralità l’anno precedente, ha mostrato una preferenza per temi socialmente significativi e controversi, come la non-binarità, un aspetto che “La Noia” non possedeva. La netta vittoria della Svizzera, supportata da alte votazioni giurie, e le buone prestazioni di Croazia e Israele, dimostrano la preferenza per generi musicali più energici e coinvolgenti. Pertanto, l’analisi del risultato italiano dovrebbe concentrarsi su aspetti più profondi, quali la scelta artistica e il messaggio veicolato da Sanremo, il trampolino di lancio per l’Eurovision. Prima di partecipare, l’Italia dovrebbe chiarire se mira a veicolare un messaggio politico, innovare la musica, adeguarsi alle tendenze del momento, o rivendicare le proprie radici nel bel canto. Solo così si potrà superare la tendenza a interpretare i risultati negativi come frutto di complotti o manomissioni, invece di effettuare un’autocritica costruttiva.