Un’esplorazione dell’identità: Federico Del Buono e il suo nuovo romanzo “Luci e Ombre”

“Un uomo può ritrovarsi senza nome, memoria e passato?” Questa domanda apre il nuovo romanzo di Federico Del Buono, “Luci e Ombre,” un’avventura che segue a ruota “La Via Lattea,” pubblicato un anno fa. Il regista ci guida attraverso l’enigma che è Arthur, il protagonista. “È un romanzo che rispecchia il suo titolo,” spiega Del Buono. “Un’immersione nella vita di Arthur, nella sua ricerca di ricordi e verità.” Quali segreti cela “Luci e Ombre”? È un’esperienza radicalmente diversa da “La Via Lattea,” un viaggio che accompagna il lettore nella ricerca della memoria di Arthur, un’indagine tanto incerta per lui quanto per il pubblico stesso. “Può un uomo ritrovarsi senza nome, senza memoria e senza passato?” chiede Del Buono. “Dovreste chiederlo ad Arthur, non a me!” L’incertezza del passato e del futuro costringe il protagonista, e con lui il lettore, ad aggrapparsi al presente, un sentiero oscuro e intrigante, simile a un’arma per un ladro, ma capace di portare a svolte inaspettate. Infine, quale percorso intraprende Federico Del Buono, sia come regista che come scrittore, per ritrovare se stesso quando tutto sembra privo di nome e identità? “Quest’anno, e le esperienze che abbiamo vissuto, rispondono alla tua domanda,” afferma. Sia il regista che lo scrittore hanno dovuto confrontarsi con una realtà che ha minato la nostra identità. Quando un progetto fallisce, una parte di noi sembra scomparire. Ma la perseveranza è fondamentale, proprio come per Arthur, nella ricerca del nostro posto nel mondo. Ognuno di noi possiede un nome, un’identità da difendere e da portare con orgoglio.