Il Concertone del Primo Maggio 2020: un mosaico di voci in un’epoca incerta

La cover di “Hey Joe” di Alex Britti, che ha chiuso la 31° edizione del Primo Maggio, si rivela un’immagine emblematica di questa celebrazione. Un evento nato in un’epoca di disorientamento e precarietà, che ha cercato, con forza, di affermare la propria esistenza. Nonostante un numero di telespettatori relativamente basso (2.264.000), il Concertone ha mantenuto il suo ruolo sociale, sollevando interrogativi piuttosto che fornendo risposte immediate. Le domande retoriche, poste da Ambra Angiolini, conduttrice per il terzo anno consecutivo, hanno tessuto un filo conduttore tra l’emergenza sanitaria e il mondo del lavoro, trovando forse una maggiore risonanza nella solitudine delle case piuttosto che nel consueto contesto di una piazza gremita. La performance è stata caratterizzata da una dislocazione geografica e tecnologica degli artisti, molti dei quali si sono esibiti in solitudine, divisi da schermi per i duetti, senza la presenza fisica del pubblico. Alcuni, come Stingo, Patti Smith, i fratelli Bennato e Zucchero (la cui diretta ha creato momenti di grande ilarità), hanno partecipato da remoto, mentre altri, come Francesca Michielin da Bassano del Grappa, Lo Stato Sociale da Bologna, Irene Grandi da Firenze e Gianna Nannini/Dardust da Milano, si sono esibiti nelle loro città. Le performance variavano da singoli brani (come l’interpretazione al pianoforte di “Cheyenne” da parte della Michielin, o la delicata rilettura di “Una vita in vacanza” di Lodo) a medley di successi (come quelli di Irene Grandi e Gianna Nannini). Altri artisti si sono esibiti all’Auditorium Parco della Musica, creando un’atmosfera insolita, in cui la priorità era emozionare, più che la mera presenza scenica. Tra chi ha intrapreso un’analisi introspettiva (Fasma) e chi ha superato i propri limiti (Fabrizio Moro), le diverse personalità musicali, arricchite dalle raffinatezze dell’orchestra di Santa Cecilia e dalla voce di Tosca, hanno contribuito ad alleviare le tensioni di un’intera nazione ferita. Questa edizione straordinaria ha incluso anche contributi via Skype da parte di cittadini comuni: studenti delle scuole medie e superiori che hanno parlato delle loro esperienze di tele-didattica e della maturità, un medico in pensione e un neolaureato che hanno discusso del sistema formativo, riflettendo anche sulle disparità di genere e sulle difficoltà del settore dello spettacolo. Testimonianze fondamentali, che hanno seguito i contributi iniziali di chi ha affrontato la pandemia in prima linea, dal personale medico agli operatori logistici. In definitiva, questo Primo Maggio, diverso nel formato e nella scelta degli artisti, ha elevato il suo valore morale, sfruttando le potenzialità tecnologiche per superare le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, tra le ombre del presente e la nostalgia del passato, nella speranza di una rinascita, come una luce che si riflette sulla piazza San Giovanni, per il prossimo anno, tra le note di Zucchero e l’armonia tra Lodo e Ambra nella canzone “T’appartengo”.