L’Arte dell’Amicizia e del Ricamo: una Recensione di “Le ricamatrici della regina”

Non sempre la parola “amicizia” rispecchia la realtà. Spesso viene utilizzata con leggerezza, anche per indicare semplici conoscenze. Avere molti “amici”, specie se influenti, può essere vantaggioso, ma spesso si tratta di legami superficiali. Gli amici veri sono pochi, e chi ne possiede un numero significativo è davvero fortunato. La vera amicizia nasce da gesti concreti: un aiuto inaspettato, una parola di conforto, un sostegno al momento giusto. Non basta però un’azione sporadica; l’amicizia richiede cura e impegno costante, azioni più che parole. La sincera gratitudine è il linguaggio dell’amicizia autentica. Quando si ricomincia da zero, si costruisce una nuova vita, il desiderio di un amico fidato, un sostegno, una fonte di serenità diventa fondamentale. L’amicizia è preziosa, una trama che si tesse nel tempo senza una meta definita. In “Le ricamatrici della regina” di Jennifer Robson, seguiamo tre donne la cui esistenza viene arricchita da un profondo legame. Due di loro sono abili ricamatrici che, nel 1947 a Londra, si incontrano lavorando per una prestigiosa maison di moda, fornitrice della famiglia reale. Le due donne condividono un’esperienza eccezionale: realizzare il complesso ricamo dell’abito nuziale della futura regina d’Inghilterra. Questo stesso ricamo, attraversando tempo e oceano, condurrà la nipote di una delle ricamatrici verso il proprio destino. Questo romanzo storico è avvincente. Ci offre uno sguardo privilegiato sul mondo della moda e della monarchia inglese attraverso l’arte del ricamo, ma soprattutto evidenzia l’importanza dell’amicizia femminile. La narrazione è coinvolgente e toccante, la prosa delicata descrive l’indipendenza femminile sullo sfondo di un’Inghilterra ancora segnata dalla Seconda Guerra Mondiale.