Amici17: Un’analisi critica del talent show

L’edizione serale di Amici si rivela uno scenario alquanto paradossale: promesse iniziali brillanti, ma delusione finale. Il palco è dominato da un caos sfrenato, il talento viene soffocato e la competenza dei presunti esperti appare inferiore a quella del giovane pubblico votante. Analizzando la situazione, emerge un’evidente discrepanza tra i concorrenti delle audizioni e quelli del serale. Difficile credere che il meglio sia arrivato in questa fase finale; o i talenti autentici hanno preferito altre strade, oppure la selezione presenta gravi lacune. Alcuni partecipanti della scuola, meritevoli di nota per talento e preparazione, sono stati inspiegabilmente eliminati. Tra questi, ricordiamo iThe Jab, un gruppo musicale dotato di una chiara identità artistica, Yaser, capace di interpretare “Somebody to love” senza mancare di rispetto alla leggenda Mercury, e Orion, impeccabile nelle sue performance coreografiche. Al contrario, il serale presenta voci anonime, imprecisioni vocali e coreografie dimenticabili, una totale mancanza di conoscenza musicale elementare. Tuttavia, emerge un elemento costante: il “CUORE”. Si sottolinea, giustamente, la giovane età dei concorrenti e la loro ambizione, ma questo non giustifica il sorpasso di chi si impegna duramente. La responsabilità, in larga parte, ricade sui professori. Da anni si sospetta che seguano un copione prestabilito. Se così fosse, sarebbe meno sconcertante l’apparente cecità di fronte a certi talenti. Tra i professori di canto, Rudy Zerbi spicca per il suo approccio discografico, privilegiando Biondo, nonostante i suoi preferiti iniziali, iThe Jab, siano diventati improvvisamente irrilevanti. La scelta sembra motivata dal successo commerciale di Biondo, a discapito della sua reale capacità artistica. Tra i professori di ballo, Garrison si distingue per la sua propensione a premiare l’impegno, anche a discapito dell’oggettiva preparazione. In questo scenario, Alessandra Celentano rappresenta un’eccezione positiva, pur con un approccio diretto, le sue valutazioni sono generalmente accurate. La danza, a differenza di quanto si vuole far credere, è una disciplina oggettiva; la tecnica e la preparazione sono imprescindibili per raggiungere un livello professionale. L’illusione che tutti possano eccellere in qualsiasi campo, è fuorviante e dannosa. Un’altra voce di verità arriva dalla giuria esterna, in particolare Ermal Meta, che si distingue per competenza e onestà intellettuale, sottolineando l’importanza di criteri oggettivi nella valutazione artistica. Gli altri giurati sembrano privilegiare commenti buonisti, evitando giudizi negativi che potrebbero alienare il pubblico. Questo atteggiamento, pur comprensibile dal punto di vista strategico, rende il loro ruolo poco utile. I concorrenti, invece di essere coccolati, necessitano di sincerità e di un’onesta valutazione del loro talento. È fondamentale abbandonare l’idea che la passione basti e premiare chi, oltre alla passione, dimostra dedizione e impegno. Alcuni concorrenti meritano di essere sottolineati per la loro eccellenza: Bryan, un ballerino capace di adattarsi a diversi stili, Lauren, credibile in ogni sua interpretazione, Zic, un artista completo e consapevole, e Matteo, che finalmente ottiene il riconoscimento meritato. Le eliminazioni finora effettuate presentano gravi errori di valutazione. Il televoto, pur se più sensato dei giudizi dei professori, non compensa le decisioni arbitrarie. I pochi talenti rimasti si giocano la possibilità di proseguire, mentre gli altri dovrebbero imparare a distinguere tra passione e capacità reali. In definitiva, un augurio a tutti i partecipanti: che la vita li metta in contatto con la genuinità di una Celentano, la competenza di un Ermal Meta e che li preservi da illusioni disilludenti.