Un Viaggio Interiore: Riflessioni su Memoria, Perdono e Accettazione

Un Viaggio Interiore: Riflessioni su Memoria, Perdono e Accettazione

Certi eventi, determinate parole, lasciano un’impronta indelebile. Si fissano nella mente come immagini nitide, istantanee di momenti cruciali, diventando parte integrante della nostra memoria, un peso, una ferita, ma anche la forza propulsiva per il cambiamento. Ci si sente feriti, umiliati, portandosi addosso questi ricordi finché non si trovano le risposte che ci liberano da colpe inesistenti. Questo percorso è disseminato di errori e fallimenti, ma ogni passo contribuisce alla pace interiore. La mente, assalita da pensieri caotici, ha bisogno di ordine e chiarezza, altrimenti si crea un groviglio di ansie e stress che compromette la serenità. La confusione, aggravata dal silenzio su questioni essenziali, persino quelle più ovvie, è una condizione dannosa. I rapporti più scontati, come quello genitori-figli, sono spesso i più complessi. La vita, persino le relazioni familiari, è costellata di difficoltà. Per un figlio adottivo, anche se profondamente amato, il senso di disagio può essere amplificato da sguardi e giudizi malevoli. Il non detto è ciò che più tormenta. La vergogna o la percezione di ovvietà spesso frenano la comunicazione. Il silenzio di fronte a un genitore non è un’eccezione, anzi, è una reazione comune. Lo sguardo severo di un capofamiglia impone il silenzio, percepito come unica soluzione. Il desiderio di esprimere i sentimenti più profondi viene soffocato dalla vergogna. Ci sarà tempo, si pensa. O forse, non serve, le cose si capiscono solo a guardarsi negli occhi, essendo padre e figlio. Resta il rimorso, la sofferenza di un respiro corto, affannoso. “Ho ancora gli occhi da cerbiatto” di Salvatore Claudio D’Ambrosio narra la storia vera dell’autore, una vita segnata da un rapporto difficile con i genitori e da esperienze di razzismo. Sono proprio le difficoltà, i momenti più bui, a chiarire i propri desideri, a dare forma ai propri sogni. La speranza diventa il faro che guida l’anima. Il libro è commovente, la narrazione scorre senza filtri, evocativa e rapida. L’autore si concentra sui ricordi dolorosi, con una scrittura diretta, precisa e dettagliata.