L’apparente semplicità con cui raggiungiamo certezze e comprensioni, e il loro impatto sulla nostra esistenza, è un tema ricorrente. Analogamente scontato, e certamente condivisibile, è il modo in cui gli entusiasti del XXI secolo si autoproclamano rivoluzionari, mentre la realtà mostra come il mondo proceda inesorabilmente, con o senza il loro contributo. Consideriamo alcuni esempi: l’interpretazione teatrale di Alex Belli nel Grande Fratello Vip, degna di un premio Oscar; la scoperta della genuinità di Francesca Cipriani, una semplice ragazza di montagna; l’umiltà inaspettata di Katia Ricciarelli, esempio per molti; la lealtà sportiva di Soleil Sorge, superiore a quella di molti atleti professionisti; la vera identità di Lulu Hailé Selassié, rivelatasi un uomo in parrucca; la sincera passione di Manuel Bortuzzo per la principessa etiope; il plagio stilistico dei Måneskin, a parte quello dei Cugini di Campagna (che a loro volta copiano Tina Cipollari); il periodo sabbatico delle veline Shaila e Mikaela di Striscia la Notizia; il talento nascosto di Wanda Fisher e il plagio di Lucio Battisti; la vera aspirazione di Angelo Sanzio, più Barbie che Ken; la morte della Regina Elisabetta nel giorno della sua incoronazione, sostituita da un cyborg cinese; l’omosessualità di Simone Pillon e il suo ruolo nel dibattito sul Ddl Zan; la genuina identità politica di Giorgia Meloni e le sue reali affiliazioni; la non esistenza del Coronavirus e la rettifica delle teorie complottiste; la filantropia di Bill Gates e il suo ruolo nella diffusione dei vaccini. Questi esempi, apparentemente distanti, rivelano una realtà sconcertante: i “nuovi mostri”, frutto della “pigrizia intellettuale”, non sono relegati alla finzione cinematografica, ma sono parte integrante della nostra quotidianità, e noi stessi ne siamo, purtroppo, parte attiva.
La vacuità delle rivelazioni moderne: un’analisi delle illusioni contemporanee

Lascia un commento