Categoria: RUBRICHE

  • L’era digitale: un declino morale?

    L’era digitale: un declino morale?

    “I tempi sono difficili, ma peggiori ancora sono in arrivo.” Questa antica massima latina, attribuita a Cicerone, sembra più attuale che mai. Il XXI secolo, lungi dall’essere un’età dell’oro, è caratterizzato da un’allarmante carenza di valori. Non si può certo imputare tutto al COVID-19 o alla guerra in Ucraina; questi eventi sono solo l’epilogo di un lungo processo di degradazione. La nostra società sembra aver perso il senso del tempo, quel bene prezioso e irrecuperabile che viene sprecato da personaggi che ambiscono a un successo effimero, impegnandosi in attività inconsistenti e spesso ridicole. In questo mondo di illusioni digitali, molti si illudono di essere qualcosa che non sono, contribuendo all’aumento dell’analfabetismo funzionale. Una pletora di pseudo-esperti, chef improvvisati, opinionisti incapaci, influencer disposti a tutto pur di guadagnare qualche euro, affollano lo scenario pubblico, creando un’immagine distorta e superficiale della realtà. La recente notizia di Denis e Manuel Dosio, che avrebbero creato contenuti espliciti su OnlyFans, solleva interrogativi sulla moralità e sul buon gusto. A parte la possibile violazione della legge sull’incesto, questo episodio evidenzia la sfrontata ostentazione di una inconsistenza personale. La ricerca disperata di fama, di dignità perduta o di una credibilità inesistente spinge molti a inseguire un’ombra di successo, reinventandosi in ruoli per cui non sono minimamente adatti. Non mi dilungherò ulteriormente su questi personaggi, ma mi limito a constatare che, indipendentemente dal fatto che si tratti del migliore o del peggiore dei tempi, molti stanno sprecando un bene inestimabile: il loro tempo.

  • Celebrazioni sfrenate e ipocrisia morale: un’analisi del doppio standard

    Celebrazioni sfrenate e ipocrisia morale: un’analisi del doppio standard

    Il celebre fisico Albert Einstein, autore dell’iconica equazione E=mc², affermò una volta: “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi”. Questa osservazione, arguta e profondamente vera, si addice perfettamente alla duplicità morale che spesso caratterizza il comportamento umano. L’intelligenza umana, pur essendo superiore a quella di qualsiasi altra specie nota, si accompagna a una capacità di autodistruzione e a una propensione a comportamenti irrazionali che lasciano sbalorditi. Un esempio lampante di questa contraddizione si è verificato a Milano, in occasione dei festeggiamenti per la vittoria del campionato di calcio. Mentre la città pullulava di tifosi euforici, un episodio in particolare ha destato la mia disapprovazione: la folle cavalcata sul tetto di un’auto da parte di un tifoso travestito da Borat, un’azione che ha generato un’ondata di commenti sul web. Questo episodio pone in luce un’evidente ipocrisia: mentre le manifestazioni di eccessivo entusiasmo legate al calcio vengono accettate, se non addirittura celebrate, altre forme di espressione pubblica, come le manifestazioni del Pride, vengono spesso condannate con veemenza. Si assiste a un continuo dileggio del Pride, con accuse di volgarità o superficialità, ignorando il fatto che queste manifestazioni mirano a rivendicare diritti umani fondamentali, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Questi diritti, dovrebbero essere riconosciuti a prescindere, e non sono oggetto di negoziazione. L’eccesso, in se stesso, non è né buono né cattivo: la sua valutazione dipende dal contesto. In conclusione, la morale sembra essere un concetto elastico, utilizzato a nostro piacimento. Personalmente, preferisco l’Inter.

  • L’Inqualificabile Comportamento di Fabio Nova a “Uomini e Donne”

    L’Inqualificabile Comportamento di Fabio Nova a “Uomini e Donne”

    Cinquant’anni fa, Leonardo Sciascia, nella sua opera “Il giorno della civetta”, classificava l’umanità in cinque categorie: uomini, mezzuomini, ominicchi, e altre figure meno lusinghiere. Osservando la realtà attuale, soprattutto nel mondo dello spettacolo, tale suddivisione appare sorprendentemente attuale. Recentemente, durante la visione di una puntata di “Uomini e Donne”, ho assistito ad uno spettacolo sconcertante, protagonizzato dal cavaliere Fabio Nova, un individuo che si autodefinisce fotografo di fama internazionale, ma che si è comportato in modo inaccettabile. Le sue esternazioni nei confronti di una corteggiatrice, e in generale del genere femminile, sono state offensive e ripugnanti. Epiteti volgari, giudizi superficiali sull’aspetto fisico, sono solo alcuni esempi del suo comportamento. Ma ciò che è ancora più grave non è la volgarità delle sue parole, bensì la sua sconcertante mancanza di consapevolezza. Nova sembra stupito dal rifiuto delle donne, dopo averle ripetutamente umiliate. Questo episodio non è solo un esempio di cattivo gusto, ma una chiara dimostrazione di una mentalità arretrata e sessista, che purtroppo sembra ancora troppo diffusa. La vera bellezza, sia negli uomini che nelle donne, risiede nella personalità e nei valori, non nell’apparenza fisica. È ora di superare questi modelli superficiali e di apprezzare le persone per ciò che sono veramente. Nel caso di Tina Cipollari, ad esempio, è evidente una ricchezza interiore che supera di gran lunga qualsiasi stereotipo estetico. In definitiva, il comportamento di Nova non è solo inqualificabile, ma rappresenta un’offesa alla dignità femminile e alla sensibilità di chi guarda. La sua presunta fama non lo autorizza certo a tale mancanza di rispetto.

  • La volgarità dilagante: un’eredità del nuovo millennio?

    La volgarità dilagante: un’eredità del nuovo millennio?

    Oscar Wilde, acuto osservatore della natura umana, affermò che la morte e la volgarità sfuggivano alla comprensione del XIX secolo. Due secoli dopo, la sua analisi appare profetica: mentre l’enigma della morte persiste, la volgarità si è insidiata nella quotidianità, diventando quasi la norma. L’ultima dimostrazione di questo fenomeno arriva da un acceso scontro televisivo tra Vittorio Sgarbi e Giampiero Mughini. Durante una puntata del Maurizio Costanzo Show, lo scambio verbale tra i due, costellato di insulti e aggressioni verbali, è degenerato in un alterco fisico. Mughini, esasperato dalle intemperanze di Sgarbi, lo ha strattonato, scatenando una scena di disordine che ha eclissato qualsiasi discussione di merito. L’episodio, sebbene sconcertante, non rappresenta un’eccezione nel panorama mediatico italiano. A dispetto del cattivo esempio e della mancanza di rispetto dimostrate, entrambi i personaggi pubblici coinvolti sono rimasti impuniti, continuando a godere di visibilità in televisione. La recente ondata di commenti offensivi di Sgarbi diretti a Chiara Ferragni e Fedez, che ha visto la Ferragni definita con un termine volgare e Fedez descritto come un “mezzo marito”, conferma questa tendenza preoccupante. La mancanza di conseguenze per comportamenti di questo tipo solleva interrogativi sulla responsabilità dei media e sulla necessità di promuovere un dibattito pubblico più civile e rispettoso. La tolleranza verso la volgarità, sia verbale che fisica, non solo normalizza comportamenti inaccettabili, ma alimenta un clima di aggressività che mina la coesione sociale. È indispensabile ribadire che la violenza, in tutte le sue forme, è inaccettabile e va condannata con fermezza. Il futuro, se permeato da questa mancanza di rispetto, prospetta un quadro inquietante.

  • La Pupa e il Secchione Show: Trionfo Inaspettato e Riflessioni sulla Conclusione

    La Pupa e il Secchione Show: Trionfo Inaspettato e Riflessioni sulla Conclusione

    L’inizio e la fine: due quesiti esistenziali che, come scrisse Paulo Coelho, assillano l’umanità. Iniziative possono nascere ovunque, ma la sapienza sta nel saperle concludere. La recente finale de “La Pupa e il Secchione Show”, condotta da Barbara d’Urso, offre un’interessante analisi su questo tema. Nonostante le critiche per gli ascolti sotto le aspettative (un 9,8% di share su Italia 1 è comunque un risultato considerevole, impensabile su reti come Canale 5 o Rai 1), il programma ha raggiunto il suo epilogo. D’Urso, pur gestendo un format profondamente modificato rispetto all’originale (con risultati ambigui), ha portato a termine l’esperienza. Alcune scelte, come la presenza di alcuni opinionisti, avrebbero meritato una revisione; Antonella Elia avrebbe garantito un’atmosfera più coerente, a differenza di Soleil Sorge (la cui presenza sembrava fuori luogo) e Federico Fashion Style (che sembrava più adatto a un contesto circense). Tra momenti di tensione verbale, come la memorabile lite tra Mila Suarez e Paola Caruso, e dinamiche non del tutto espresse, lo show si è concluso. La vittoria inattesa è andata a Marialaura De Vitis (ex di Paolo Brosio e laureata in Scienze della Comunicazione) ed Edoardo Baietti (plurilaureato e prossimo alla laurea magistrale), una coppia giunta in ritardo ma che ha saputo conquistare la giuria. Contro una concorrenza non certo agguerrita (si pensi a Denis Dosio o Nicolò Scalfi, l’ex campione di “Caduta Libera”, la cui performance è stata… discutibile), hanno trionfato smentendo il detto “chi tardi arriva, male alloggia”.

  • L’imprevedibilità di Flavia Vento e il ritorno di “Rosso Valentino”: un contrasto di realtà televisive

    L’imprevedibilità di Flavia Vento e il ritorno di “Rosso Valentino”: un contrasto di realtà televisive

    Nell’attuale panorama mediatico, spesso caratterizzato da illusioni effimere e promesse non mantenute, ci si interroga sulla definizione stessa di assurdo. La risposta, a dirla tutta, sembra sfuggente. È forse più semplice, paradossalmente, elencare ciò che *non* è assurdo? In un mondo dove la normalità è spesso solo un’apparenza, eventi inattesi diventano la regola, con risultati a volte positivi, altre meno. La carriera televisiva di Flavia Vento ne è un esempio lampante. Dopo una serie di partecipazioni a reality show – “L’Isola dei Famosi”, “Grande Fratello Vip”, “La Fattoria”, e perfino “La pupa e il secchione Show” – con abbandoni improvvisi (l’ultimo, dopo appena una settimana), la sua continua presenza nei casting rappresenta un enigma. Sembra che l’incapacità di mantenere un impegno sia diventata, incredibilmente, una caratteristica irresistibile per i produttori. Fortunatamente, però, non tutte le situazioni televisive sono così imprevedibili. A partire da domani, su GoTv (canale 63 del Digitale Terrestre), torna “Rosso Valentino”, un programma dedicato allo stile di vita e alle arti in tutte le loro forme, condotto da Valentino Odorico e Ilaria Postuti. Sarò ospite della prima puntata, con un focus sulla musica, un videomessaggio a sorpresa di Tina Cipollari, e la presenza in studio di Andrea Crimi e Laura Bono, interpreti del brano “Ci vediamo lunedì”, estratto dall’album “L’amore dietro ogni cosa”, ispirato al mio libro. Parteciperanno inoltre il paroliere Simone Pozzati, la discografica Monica Landro e l’attore Andrea Candeo, per un approfondimento su quella che è una grande storia d’amore.

  • Lo schiaffo di Will Smith agli Oscar: un’analisi del dolore inflitto

    Lo schiaffo di Will Smith agli Oscar: un’analisi del dolore inflitto

    Un antico proverbio napoletano afferma che la disciplina modella il carattere, mentre la mancanza di disciplina genera caos. Questa saggezza antica, frutto di un’epoca ricca di valori oggi dimenticati, sottolinea l’importanza dell’esperienza e della consapevolezza nelle nostre azioni. I proverbi, nella loro semplicità, spesso offrono chiavi di lettura per situazioni complesse. La recente notte degli Oscar, trasmessa in mondovisione, ha visto un evento inaspettato: Will Smith, vincitore del premio come Miglior Attore per “King Richard – Una famiglia vincente”, ha schiaffeggiato il presentatore Chris Rock. Mentre l’ipocrisia dilagante condanna il gesto, è necessario analizzare la complessità della situazione. Ogni forma di violenza, fisica, psicologica o verbale, è inaccettabile e merita una condanna inequivocabile. Tuttavia, mentre il comportamento di Smith rimane ingiustificabile, è lecito chiedersi se la crudele ironia di Rock, rivolta alla salute della moglie di Smith, fosse giustificata. Ogni individuo porta con sé una storia, un bagaglio di esperienze e sofferenze che possono essere comprese solo in parte. L’azione genera una reazione, e nascondersi dietro la scusa del “era solo una battuta” non è accettabile. Una battuta dovrebbe divertire, non ferire. La comicità, come qualsiasi forma di comunicazione, dovrebbe essere responsabile e attenta al potenziale impatto emotivo sulle persone.

  • L’Isola dei Famosi 2022: Speranze e Desideri Sull’Isola

    L’Isola dei Famosi 2022: Speranze e Desideri Sull’Isola

    Un antico adagio recita: “La fine di qualcosa di buono prelude spesso a qualcosa di migliore”. Questa massima, spesso usata per giustificare scelte difficili, risuona in particolare con l’arrivo della nuova edizione dell’Isola dei Famosi, a conclusione di un inverno segnato da eventi avversi. Dopo le bizzarre categorie di “puri” e “impurì” della scorsa stagione, un format che ricordava vagamente un gioco a squadre, Ilary Blasi ha cercato di infondere nuova linfa nel programma Mediaset, in seguito al lunghissimo Grande Fratello Vip. L’introduzione di una dinamica a coppie, sebbene reminiscente di Temptation Island in versione Honduras, rappresenta un tentativo di rinnovamento, con risultati ancora da valutare. La selezione dei concorrenti, che spazia da Jeremias Rodriguez, nuovamente in cerca di visibilità, a Ilona Staller, Floriana Secondi e Antonio Zequila (che ricorda sempre più un certo Stefano Bettarini), lascia qualche perplessità. Appare evidente che, in mancanza di alternative più brillanti, si è optato per nomi già noti al pubblico. L’esperienza sull’isola, per alcuni, potrebbe rappresentare un’opportunità di rilancio professionale, mentre per altri potrebbe essere solo un ultimo disperato tentativo di ottenere notorietà. Il giudizio su questa edizione è ancora prematuro, ma l’apporto ironico e arguto degli opinionisti Vladimir Luxuria e Nicola Savino potrebbe mitigare eventuali difetti del format. In definitiva, non resta che seguire gli sviluppi di questa edizione, sperando che riesca a sorprendere positivamente anche i telespettatori più scettici.

  • Il trionfo di Jessica Selassié al GFVip 6: una meritocrazia apparente?

    Il trionfo di Jessica Selassié al GFVip 6: una meritocrazia apparente?

    L’avvocato, professore e attivista per i diritti civili americano Derrick A. Bell affermò: “Viviamo in un sistema che teorizza il merito, l’uguaglianza e la parità di opportunità, ma celebra la ricchezza, il potere e la celebrità, a prescindere dal modo in cui sono stati ottenuti”. A distanza di tempo, la sua riflessione sembra ancora attualissima, persino nel contesto televisivo. Il Grande Fratello Vip 6, conclusosi dopo 183 puntate, lascia un retrogusto amaro. La vittoria di Jessica Selassié, per molti, è stata inaspettata, se non addirittura inspiegabile. Alcuni concorrenti, a mio avviso più meritevoli, sono stati eliminati precocemente, creando l’impressione di un copione già scritto. Certo, i gusti sono soggettivi, ma alcune scelte destano perplessità. Quel che colpisce è l’audacia, il coraggio di chi ha preso tali decisioni, e del pubblico, sovrano indiscusso (o almeno così dovrebbe essere) della televisione italiana. Personalmente, avrei preferito il successo di Lulù Selassié, una figura forse non convenzionale, ma che ha offerto al programma un contributo significativo, a differenza di altri inquilini. Jessica, a ben guardare, ricorda una Cenerentola rivisitata in chiave moderna: una donna remissiva, alle prese con le sorelle – le vere sorelle, in questo caso – e con un interesse amoroso, Barù, che si rivela ben diverso dall’immagine idealizzata. Un finale a lieto fine mancato, dunque, per lei. Il suo trionfo, dovuto al televoto, appare quasi un’ironia del destino. E Davide Silvestri, proclamato miglior concorrente, secondo a Jessica? Un’elezione inspiegabile, soprattutto considerando la sua evidente classe e carattere. In definitiva, forse un ultimo posto sarebbe stato più coerente con il suo percorso.

  • L’arroganza di Soleil Sorge: un’espulsione dal Grande Fratello VIP e le sue conseguenze

    L’arroganza di Soleil Sorge: un’espulsione dal Grande Fratello VIP e le sue conseguenze

    “Le tragedie della storia sono causate da chi è eccessivamente sicuro di sé”, ammoniva il filosofo rumeno E.M. Cioran, una delle voci più influenti del XX secolo. Parole che risuonano con inquietante attualità in un’epoca contraddistinta da conflitti insensati e da norme assurde. Persone prive di talento, invece di riconoscere i propri limiti, si autoproclamano modelli da imitare. Una situazione che, a detta di Cioran, probabilmente avrebbe evitato volentieri. La recente eliminazione di Soleil Sorge dal Grande Fratello VIP ne è una perfetta rappresentazione. L’influencer, definita “vittima inconsapevole” da Katia Ricciarelli, ha perso il televoto contro Davide Silvestri, un risultato inaspettato per una concorrente considerata un’esperta del reality show. Il pubblico, sovrano indiscusso della televisione italiana, ha forse finalmente capito che la superbia, per quanto possa gonfiare l’ego, non conduce al successo. O forse, la sua “chimica artistica” si è rivelata un’arma a doppio taglio. In ogni caso, la sua uscita dal programma è accolta con sollievo, nonostante le voci di un suo imminente ritorno come giudice de “La Pupa e il Secchione Show” su Italia 1 al fianco di Barbara d’Urso. Una scelta che lascia perplessi, considerando la sua evidente mancanza di capacità critica. A differenza di Soleil, Lulù Selassié, nonostante i suoi capricci infantili, si è dimostrata sempre autentica, sia nel bene che nel male. La sua sincerità, a mio avviso, la porterà alla vittoria finale del Grande Fratello VIP, come anticipato precedentemente su Mediaset Infinity.