Celebrazioni sfrenate e ipocrisia morale: un’analisi del doppio standard

Il celebre fisico Albert Einstein, autore dell’iconica equazione E=mc², affermò una volta: “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi”. Questa osservazione, arguta e profondamente vera, si addice perfettamente alla duplicità morale che spesso caratterizza il comportamento umano. L’intelligenza umana, pur essendo superiore a quella di qualsiasi altra specie nota, si accompagna a una capacità di autodistruzione e a una propensione a comportamenti irrazionali che lasciano sbalorditi. Un esempio lampante di questa contraddizione si è verificato a Milano, in occasione dei festeggiamenti per la vittoria del campionato di calcio. Mentre la città pullulava di tifosi euforici, un episodio in particolare ha destato la mia disapprovazione: la folle cavalcata sul tetto di un’auto da parte di un tifoso travestito da Borat, un’azione che ha generato un’ondata di commenti sul web. Questo episodio pone in luce un’evidente ipocrisia: mentre le manifestazioni di eccessivo entusiasmo legate al calcio vengono accettate, se non addirittura celebrate, altre forme di espressione pubblica, come le manifestazioni del Pride, vengono spesso condannate con veemenza. Si assiste a un continuo dileggio del Pride, con accuse di volgarità o superficialità, ignorando il fatto che queste manifestazioni mirano a rivendicare diritti umani fondamentali, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Questi diritti, dovrebbero essere riconosciuti a prescindere, e non sono oggetto di negoziazione. L’eccesso, in se stesso, non è né buono né cattivo: la sua valutazione dipende dal contesto. In conclusione, la morale sembra essere un concetto elastico, utilizzato a nostro piacimento. Personalmente, preferisco l’Inter.

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