Il Peso Psicologico del Cambiamento Climatico | Dr. Andrea Di Ruvo

Il Peso Psicologico del Cambiamento Climatico | Dr. Andrea Di Ruvo

L’attenzione globale, catalizzata da eventi come il G20 e la COP26, ha acceso un acceso dibattito pubblico sui cambiamenti climatici, le loro ripercussioni economiche e il futuro della sostenibilità. L’ecologismo e la consapevolezza degli impatti ambientali sono diventati temi centrali, alimentati anche da figure influenti come Greta Thunberg. Benché sia risaputo che le condizioni meteorologiche influenzano l’umore (la cosiddetta meteoropatia), la portata del cambiamento climatico globale è di gran lunga superiore. Il Lancet Countdown on Climate Change and Health del 2017 ha evidenziato gli “inequivocabili e potenzialmente irreversibili” effetti del cambiamento climatico sulla salute globale, con un aumento della mortalità legato ad eventi meteorologici estremi e siccità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede un surplus di 250.000 decessi all’anno tra il 2030 e il 2050 a causa di questi impatti. Questi dati allarmanti sottolineano la gravità della situazione. Le conseguenze psicologiche sono altrettanto significative: ansia, preoccupazione, disturbo da stress post-traumatico (PTSD), depressione maggiore, abuso di sostanze e aumento del rischio suicidario, come sostenuto da Chand e collaboratori, sono solo alcune delle patologie in crescita. La salute mentale, però, non si limita alle diagnosi del DSM, ma comprende anche il benessere psicologico. Gli effetti del cambiamento climatico sulla psiche umana si manifestano in tre modi: diretti, indiretti e generali. Gli effetti diretti derivano dall’esperienza diretta di eventi catastrofici (uragani, terremoti, inondazioni), generando un intenso stress. Gli effetti indiretti sono le conseguenze a lungo termine di eventi climatici estremi, come una prolungata siccità, che provocano paura, ansia, rabbia e disagio emotivo. Gli effetti generali sono legati alle ripercussioni sociali, economiche e governative, come i massicci flussi migratori, che costringono le persone ad abbandonare le proprie case e le proprie radici. Gli interventi psicologici in questo ambito sono complessi e multisfaccettati, con importanti implicazioni anche economiche. Come sottolineato da Marshall, il cambiamento climatico è un problema attuale e di lunga durata, un “problema strisciante” senza un inizio o una fine definiti, che ostacola l’azione immediata. È quindi fondamentale sviluppare strategie di coping efficaci e promuovere il sostegno reciproco, incoraggiando la richiesta di aiuto quando necessario. Dott. Andrea Di Ruvo, Psicologo e Psicoterapeuta, www.andreadiruvo.it. Immagine: Freepics