Una ventenne, un’esperienza inaspettata: la maternità secondo Giada Sundas

Giada Sundas, poco più che ventenne, affronta la gravidanza e la maternità con una sorprendente onestà e un’ironia tagliente. Il suo libro, un’autobiografia romanzata, narra il viaggio introspettivo di una giovane madre che si confronta con le aspettative sociali e la realtà dell’esperienza. Strutturato in capitoli dai titoli inusuali – i sette re di Roma, ripetuti durante il travaglio – il racconto si snoda dalla scoperta della gravidanza alla stesura stessa del libro, ripercorrendo le tappe fondamentali: la fame incontrollabile, le difficoltà iniziali con i pannolini, la straordinaria consapevolezza di aver dato vita a un altro essere umano. Ma Giada non si limita a descrivere l’idillio spesso narrato: svela il lato oscuro, meno celebrato, della maternità. Con uno stile raffinato, arguto e divertente, confessa l’amore sconfinato per sua figlia Mya, ma anche le insicurezze e le paure che la accompagnano ancora oggi. Il libro dipinge con vivacità la sfida quotidiana di una madre che lotta contro i dubbi, l’inadeguatezza, la stanchezza post-parto, e la paura di sbagliare, sfidando la narrazione idealizzata spesso proposta. L’autrice smonta il mito dell’istinto materno infallibile, sottolineando che ogni mamma, soprattutto alle prime armi, sperimenta momenti di smarrimento, di dubbio e di fragilità. Queste sensazioni, lungi dal definire una cattiva madre, sono parte integrante dell’esperienza umana. Giada Sundas, attraverso metafore brillanti, giochi di parole e analogie, rende la lettura coinvolgente ed emozionante, un susseguirsi di risate e momenti di commozione. La sua scrittura, non priva di un umorismo sottile, analizza a fondo le complessità della maternità, esprimendo un amore profondo per il compagno, Moreno, per Mya, per la vita e, soprattutto, per se stessa, perché, sostiene l’autrice, solo amandosi si può amare veramente gli altri.