Caffè e Conversazioni: Un’Analisi di “Gli Espresso” di Coppola e Tammaro

L’atmosfera degli incontri fortuiti è intrisa del profumo estivo, un’esplosione di vitalità che intreccia narrazioni capaci di risollevare lo spirito. Il ritmo narrativo vibra di una profonda sintonia, quel legame emotivo che suscita forti emozioni, l’intesa profonda su ciò che unisce. Non tutti possiedono la capacità di narrare, di condividere sé stessi; è un dono che sboccia quando lo sguardo riflette l’autenticità dell’anima, la genuina purezza del cuore. Spesso, questi incontri inattesi si svolgono davanti a una tazza di caffè, appuntamenti che si ripetono, costruendo una storia più ampia. L’aroma delle chiacchiere, fugaci o intense, lascia il gusto dell’attesa, un sapore persistente. Che sia al bar o a casa, il caffè è un rito, un’espressione che si legge sul volto, ma il piacere del gusto resta intimo, un segreto da custodire. Dire “un caffè, grazie” è semplice, ma dietro a quei chicchi si cela un mondo di conoscenze: la coltivazione, le tecniche di essiccazione e tostatura, la preparazione, la varietà delle specie che, se lavorate con maestria, ne trasformano il sapore. Una tazza di caffè non è solo un’ambra nera fumante: è la gioia di un momento appagante, un’energia vitale. Pochi sorsi, come le belle storie, richiedono pause per essere apprezzati. In “Gli Espresso” di Maria Giovanna Coppola e Umberto Tammaro, si respira l’aroma di queste storie nate per caso, trasformandosi in qualcosa di più di un semplice racconto. Il caffè diventa metafora, e Gabrielle e Florentino ne sono la prova, costruendo la loro conoscenza a suon di aneddoti e tazze fumanti, scambiandosi informazioni preziose e titoli di libri, fino a scriverne uno insieme. I loro incontri fugaci, davanti al bancone di un bar, sono come la vita, vissuta a fette, di corsa. Il libro è evocativo, con uno stile essenziale e lineare. La narrazione segue il ritmo delle pause caffè, i dialoghi sono brevi e incisivi. L’opera offre spunti interessanti sulla cultura del caffè, informazioni accessibili solo agli esperti o agli appassionati, ma manca di quella forza narrativa per renderla davvero coinvolgente.