“Guardate com’è rossa la sua bocca” è un affascinante viaggio musicale che celebra mezzo secolo di carriera di Angelo Branduardi attraverso l’interpretazione unica di Fabio Cinti e Alessandro Russo. Uscito il 12 gennaio 2024, l’album si distingue per la raffinata fusione di stili musicali, come testimonia il singolo “Fou de love”, in onda sulle radio dalla stessa data. L’album rispetta l’essenza delle composizioni originali, esaltando la poesia intrinseca nella musica e nei testi. La precisione esecutiva di Cinti e Russo richiama l’atmosfera rigorosa della musica classica, sottolineando la dedizione al progetto.
L’idea non nacque come celebrazione del cinquantenario di Branduardi, ma dalla semplice volontà di trattare come un classico un’opera intergenerazionale. Cinti e Russo, durante le loro collaborazioni, interpretavano spesso i brani a due voci e pianoforte, scoprendo la loro forza espressiva anche nella massima semplicità. La coincidenza del cinquantesimo anniversario di carriera dell’artista ha poi dato impulso al progetto discografico. Branduardi ha creato uno stile unico, ricreando atmosfere fiabesche e epiche.
Interpretare queste canzoni mantenendo la poetica originale ha richiesto un approccio umile: per Cinti, l’interpretazione di opere altrui richiede il servizio al compositore, utilizzando le proprie capacità senza sovrastare l’opera stessa. È fondamentale studiare, comprendere intimamente i brani per trasmetterli efficacemente. L’obiettivo era, ed è, far arrivare le canzoni al pubblico nella loro purezza.
Il progetto crea un ponte intergenerazionale. Cinti distingue nettamente il suo lavoro di cantautore dall’attività di interprete: la sua scrittura è personale e libera, mentre l’interpretazione richiede rispetto delle regole e del patrimonio musicale. Cinti rifiuta le cover che non raggiungono mai l’altezza dell’originale, preferendo invece un’interpretazione rigorosa, che rispetta gli aspetti tecnici ed emotivi. Questo richiede studio e umiltà, senza la presunzione di competere con l’artista originale.
Le sfide principali sono state quelle di eliminare l’enfasi, evitando l’imitazione e il ridicolo, ed avvicinandosi all’esecuzione classica. Questo approccio, apparentemente semplice, è in realtà complesso, poiché è più facile imitare o personalizzare eccessivamente.
La scelta del repertorio si è basata sui brani più interpretati, apprezzati, adatti alla voce di Cinti e più divertenti. L’unica regola è stata quella di includere un solo brano famosissimo, “Alla fiera dell’est”. Tutte le otto canzoni scelte sono particolarmente significative per Cinti, e per questo non si è ritenuto necessario aggiungerne altre.
Il progetto fa parte di un percorso di studio dei classici della canzone d’autore. L’intento è dimostrare che si possono e si devono affrontare questi classici con lo stesso rispetto riservato a compositori come Bach, Mozart o Haydn. L’obiettivo è quello di prescindere dalla propria personalità, un insegnamento prezioso e di restituire al pubblico queste opere “ripulite” dal tempo e dalle influenze stilistiche.
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