Echi di Pietra: Un Viaggio a Villa San Michele

L’impatto visivo è immediato: un luogo che si presenta come un palcoscenico naturale, i cui riflessi catturano l’eco di un tempo sospeso. In queste località dimenticate, le rovine delle case rivelano non solo la spoglia esteriore, ma anche l’invisibile impronta di vite ormai silenti, ridotte a sussurri, poi al nulla. Piccole o grandi tracce di esistenza, fragili come foglie al vento, testimoniano dolore e disperazione. Ogni sforzo per svelare ciò che giace oltre la desolazione, oltre il muto appello a restare, risulta vano. Eppure, la varietà di emozioni che si provano è sconcertante. Si instaura così un dialogo silenzioso tra l’osservatore e il luogo, un’intensa interazione. L’abbandono stimola una profonda curiosità: quale destino hanno incontrato le vite che un tempo animavano questi spazi silenti? In questi paesaggi, niente è nascosto, tutto emerge con prepotenza. Ogni dettaglio sembra essenziale per comprendere il nostro posto nel mondo, per costruire un’esistenza più consapevole ed equilibrata. “I sopravvissuti”, di Antonella Presutti Gianna Piano, ci conduce a Villa San Michele, un borgo molisano del Settecento, evacuato negli anni Sessanta a causa di ripetute e devastanti alluvioni. Malgrado la resistenza degli abitanti, il pericolo era troppo grande. Oggi, il borgo è un’ inquietante città fantasma, perfettamente conservata. Villa San Michele è una potente testimonianza: la natura non tollera offese, e alla fine, risponde con crudele chiarezza. Il romanzo, nonostante la rappresentazione cruda di un paesaggio desolato, mantiene un tono lirico, quasi pastorale. La narrazione è coinvolgente e profondamente emotiva, incentrata sulla caduta di un paese e sulla fondamentale lezione appresa: la necessità di proteggere l’ambiente.

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