Felipe C: Un Maestro delle Consolle che Reinventa la Musica da Ballo

Scordatevi l’EDM e le sonorità fredde di certi club. Felipe C è il DJ che porta l’estate con sé, un’ondata di energia e allegria contagiosa. La sua fisicità imponente si unisce a un sound inconfondibile, un ritmo che evoca spiagge assolate e il desiderio irrefrenabile di ballare, soprattutto per le donne, le vere regine della pista. Produttore di melodie baleariche e artista eclettico, Felipe C si distingue nettamente dalla massa di imitatori. Un autentico innovatore della consolle. La sua popolarità è indiscutibile. Ma nelle serate, è più importante saper produrre dischi o avere una rete di conoscenze facoltose? “Fortunatamente, produrre dischi è ancora fondamentale per il mio lavoro. Le mie serate di successo lo dimostrano! Se poi qualche amico o fan mi offre un drink, è un piacere condiviso, anche per il locale stesso.” Come gestisce i direttori artistici poco competenti? “Cerco un approccio diplomatico, li metto a loro agio, cercando di indirizzarli verso scelte migliori con garbo e razionalità. Per fortuna, una collaboratrice gestisce gran parte di questi aspetti.” Ha ammesso pubblicamente su i social il fallimento di un suo disco. Strategia di marketing o sincera autoironia? “Autoironia, direi. Mi piace evidenziare un aspetto che molti produttori nascondono: l’insuccesso. Perché non condividere anche le sconfitte? Magari diventa virale!” Quanta incompetenza vede nel panorama dei DJ italiani? “Direi un 30%, forse anche di più. Ma vedo anche tanti giovani che si impegnano, che non hanno la presunzione di superare chi ha più esperienza. Quel 30% però dovrebbe smetterla di infettare il settore.” Il vocalist, alleato o nemico del DJ? “Un buon vocalist è un vero valore aggiunto, un supporto psicologico che crea un’atmosfera magica. Uno scadente invece rovina l’esperienza.” Se le discoteche italiane chiudessero domani? “Continuerei a fare il DJ all’estero!” Tre DJ bravi ma poco conosciuti, e tre su cui non avrebbe scommesso inizialmente? “Gigi De Martino è un talento incredibile, Paolo M ha uno stile che adoro, e Giacomo Alonzi, un amico virtuale con cui collaboravo anni fa, crea brani straordinari. Sui DJ su cui non avrei scommesso? Nessuno. Credo nel successo altrui.” Esperienze da evitare? “I beach party a 40 gradi! Sono stato male diverse volte. Per il resto, sono soddisfatto delle mie collaborazioni, anche quelle con artisti di grande successo come Vasco Rossi, Alexandra Stan e Fly Project. È stato impegnativo, ma ne è valsa la pena!” Ha ancora senso avere un agente? “Sì, per la parte burocratica e di immagine, ma spesso preferisco gestire le cose personalmente.” Il suo lavoro lo ha reso attraente alle donne? “Non è un lavoro ‘figo’, ma uno stile di vita. Ho ricevuto complimenti, ma non ho mai approfittato della situazione.” La frase “Faccio il DJ” spesso porta alla domanda “E poi cosa fai?”. La sua risposta? “Pensavo che non capissero che è un vero mestiere, ma ora la mentalità è cambiata.” Un saluto finale? “Basta con le gianlucavaccate!!!”