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Insicurezza: i giovani non sanno di poter cambiare il mondo, diciamoglielo

Cosa ci rende insicuri?

Nella società che stiamo costruendo di giorno in giorno troviamo sempre più giovani insicuri nell’agire , incapaci di riconoscere le loro capacità e il loro potenziale.

L’immagine che si prospetta ogni giorno è diversa e lontana da quella dei vicini anni novanta.

Faccio riferimento a quel periodo perché la maggior parte dei miei lettori ha, giorno più giorno meno, la mia età e quindi può vivere con me il paragone.

Noi che stiamo attraversando quella fase della vita dove i giorni a venire sono sempre meno di quelli passati, assistiamo a una trasformazione che ci rende insicuri nella comprensione.

Spesso vivo la confusione negli adulti contemporanei. Sento la fatica ad accettare questi grandi cambiamenti sociali.

Certo, anche mia nonna quando vide il primo treno a vapore pensò che il mondo stava cambiando senza parlare della tv che ha rivoluzionato completamente la vita di tutti.

Ma erano tempi in cui l’uomo era al centro del mondo. L’augurio che riceveva era di poter scoprire i suoi potenziali e riuscire in tutti i modi ad avere successo. Non importava riuscire, ma almeno provare. Successo è qualcosa che è accaduto. Creare movimento. Agire.

Molti limiti erano dati dal luogo in cui vivevi e dai mezzi, ma tutti avevano la possibilità di riscattare il proprio stato sociale. Provare a creare il successo basandosi sulle proprie capacità. Premiando sempre l’intraprendenza.

Anche vero che a quei tempi imparavi a cavartela per strada.

Tutti i ragazzi si risolvevano i problemi. Prima cosa da fare era di sbagliare, cadere e rialzarti senza troppe lacrime.

Forse è quest’atteggiamento che sta rendendo le nuove generazioni più deboli e prive di motivazione.

Che sia per il fatto, che sin da piccoli, si sono abituati a risolvere i problemi grazie alla mamma.

Che non sia perché oggi è importante essere super performanti e l’idea di fallire o essere ultimo rende inutile qualsiasi attività.

Ho l’impressione che ci si stia arrendendo all’idea del “ inutile provare”, meglio non agire così non si rischia di sbagliare.

Quali sentimenti e quali emozioni portano i giovani a non credere di poter cambiare il mondo.

Manca la fantasia di pensare che siamo noi a poter trasformare le cose?

Tanto abituati ad avere tutto e subito che preferiamo adattarci al precariato piuttosto che creare un mondo con il nostro essere, diversi, unici.

Il lavoro non è mai esistito. Esiste per naturale cooperazione il concetto di lavorare per creare e produrre. Il lavoro è un diritto questo è vero. Creare nuove professioni è la possibilità che ognuno ha e forse è questo l’unico diritto.

Mi chiedo se abbiamo insegnato ai nostri figli ad amare loro stessi, non da pretendere che la vita sia facile, ma per riuscire a credere in loro. Spiegare che solo con forza e umiltà possono trasformare la loro vita. Non importa essere primi, importante è essere utili.

L’unica certezza che abbiamo è che possiamo avere fede, amare e creare.

Se non crediamo in noi stessi, chi potrà mai farlo.


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