Sanremo 2019: La seconda serata brilla con Mannoia e Cocciante

Sanremo 2019: La seconda serata brilla con Mannoia e Cocciante

La seconda serata del Festival di Sanremo 69 ha mostrato un miglioramento rispetto alla precedente, sebbene la qualità musicale complessiva rimanga discutibile e l’impatto a lungo termine di questa edizione appaia modesto. Achille Lauro ha aperto la serata con “Rolls Royce”, performance che, nonostante la promozione del suo libro di recente successo, non ha pienamente convinto, suggerendo una discrepanza tra l’artista e il prestigioso palco dell’Ariston. Einar, pur vantando collaborazioni di alto livello come Tony Maiello ed Enrico Palmosi, ha offerto una prova inferiore alla sua esibizione a Sanremo Giovani, lasciando presagire un futuro più orientato alle attività promozionali. Il Volo, invece, ha incantato il pubblico, ottenendo una standing ovation e confermandosi tra i favoriti per la vittoria, con una canzone che, sebbene non al livello di “Grande Amore”, possiede la potenza per raggiungere le posizioni di testa. Arisa, con la sua voce straordinaria, ha presentato un brano originale e complesso, che potrebbe risultare di difficile comprensione per il vasto pubblico, in contrasto con successi passati come “Sincerità”. Nek, veterano del Festival, ha fornito una prestazione solida, seppur al di sotto dei suoi standard abituali, orientata più alla promozione del tour estivo che alla conquista del podio. La performance di Daniele Silvestri, pur toccando temi sociali importanti, ha lasciato un po’ delusi coloro che apprezzano la sua ironia e leggerezza, a causa di un testo crudo e aggressivo. Gli Ex-Otago, con una canzone tipicamente sanremese, hanno cercato di accrescere la propria visibilità, ma non sono riusciti a risolvere i problemi di intonazione già evidenziati la sera precedente. Ghemon, fedele al suo stile artistico, ha offerto una prestazione coerente con la sua carriera, indipendentemente dalle dinamiche di mercato del Festival. Loredana Bertè, con la sua energia travolgente, ha presentato una canzone di grande impatto, confermando il suo ruolo di icona della musica italiana. Paola Turci, elegante e consapevole, ha mostrato una crescita artistica con “L’ultimo ostacolo”, brano radiofonico di successo. Il duo Negrita, pur mantenendo la propria identità stilistica, ha mostrato un’espressione artistica forse un po’ stagnante. La performance congiunta di Federica Carta e Shade, sebbene discutibile, è stata scelta con finalità strategiche. Gli ospiti della serata, a differenza di quelli della prima, si sono dimostrati più coinvolgenti e empatici. Fiorella Mannoia, imponente e talentuosa, ha regalato un’esibizione magistrale, confermando il suo talento anche fuori dalla competizione. Marco Mengoni ha offerto una resa eccellente, sebbene la sua presenza come ospite, al pari di Riccardo Cocciante, abbia suscitato qualche perplessità. La performance di Cocciante, memorabile soprattutto per l’interpretazione di “Margherita”, ha alzato il livello qualitativo del Festival. Infine, la conduzione, seppur migliorata rispetto alla prima serata, richiede ancora miglioramenti per raggiungere un livello soddisfacente.