Il Sud dietro le facciate: “Salone, salotto, salottino” di Annalisa Bari

Il Sud dietro le facciate: “Salone, salotto, salottino” di Annalisa Bari

In “Salone, salotto, salottino”, Annalisa Bari intreccia voci e storie, un caleidoscopio di emozioni: angoscia, ira, solitudine, ipocrisia, ma anche amore familiare. La saga dei Passolungo, custodi di segreti secolari all’interno dei loro palazzi nobiliari del Salento, è al centro di questa narrazione. Le parole sussurrano, rimproverano, conciliano l’esuberanza e la riservatezza di chi sceglie un distacco dignitoso dalla società, vivendo dietro una facciata per evitare il giudizio altrui. Il romanzo descrive un tipico borgo meridionale: case basse con terrazze, palazzi signorili, strade strette e vicoli, la piazza, la chiesa, negozi artigianali, circondati da campagne coltivate a vite, ulivi e grano.

Veronica, protagonista del romanzo, scopre gradualmente le proprie origini, in un percorso di autodeterminazione che si trasforma in un grido, uno sguardo costante verso il passato familiare. Fino all’età di cinque anni, ignara delle ragioni per cui era circondata da numerosi zii e cugini senza genitori, la bambina cambia casa ogni mese, vivendo con diversi parenti stretti. Questa esperienza le permette di assorbire le caratteristiche di ognuno, plasmando una personalità apparentemente docile, ma in realtà ribelle e innovativa: una donna forte, indomita, non rassegnata, creativa, razionale e istintiva, generosa e manipolatrice, con una visione aperta e priva di pregiudizi.

La formazione di Veronica è fortemente influenzata dalla matriarca della famiglia Passolungo, la nonna Evelina, una figura di donna autorevole che comunicava principalmente attraverso lo sguardo, capace di esprimere benevolenza, disapprovazione, disprezzo, collera e odio. Nonna Evelina, nata per comandare su tutti – parenti, servitù, contadini e persino preti – rappresenta la forza e la complessità della figura femminile nel romanzo.

“Salone, salotto, salottino” è una riflessione sulla condizione umana, sulla facciata che nasconde segreti, sulla privacy dei sentimenti e dei desideri, custodita nel rifugio più intimo: la mente. Solo le stanze principali – il salone, il salotto e il salottino, sempre impeccabili per le visite – rappresentavano l’apparenza di ordine e controllo. Questo romanzo di formazione e di costume, ricco di colpi di scena, si caratterizza per uno stile accurato, vivacemente arricchito da sfumature dialettali che donano dinamicità alla narrazione, superando i ritmi lenti e tradizionali della letteratura meridionale, celebrando al contempo la bellezza e le difficoltà del Sud.