L’agonia infinita del Grande Fratello VIP: un piatto rivisitato che stucca

Come osservava Luciano De Crescenzo nel 2005, in “I pensieri di Bellavista”, secondo il secondo principio della termodinamica (o principio di entropia), un acquario può trasformarsi in una zuppa di pesce, ma il processo inverso è impossibile. Allo stesso modo, un programma televisivo può sforzarsi di rinnovarsi, ma se il format è stanco, nessuna aggiunta riesce a mascherare la mancanza di freschezza. Chiedere ad Alfonso Signorini se gradisce minestre riscaldate è un esercizio futile; immagino sia troppo impegnato a gestire le falle di un reality show che trasuda noia da ogni poro. Serviranno almeno dieci anni, forse più, prima di sentire la mancanza del Grande Fratello VIP. Questa quinta edizione, tra opinionisti discutibili – emblemi di contenuti televisivi discutibili (Antonella Elia e Pupo, con i loro giudizi spesso fuori luogo) –, provvedimenti disciplinari mai attuati, pseudo-storie d’amore alimentate dalla bramosia di apparire (Pierpaolo Pretelli e la sua ricerca spasmodica di “amicizie speciali” ne sono un esempio lampante), rinvii infiniti della messa in onda (la conclusione è prevista per il 1 marzo), e l’introduzione di nuovi concorrenti a Cinecittà (come Alda D’Eusanio), è stata un vero calvario. Signorini ha dichiarato che “lo ha chiesto il pubblico”, ma mi chiedo chi mai abbia espresso tale desiderio. Liberiamo i concorrenti da questa prigionia forzata e, soprattutto, liberiamocene noi! La probabile vincitrice, la modella brasiliana Dayane Mello, grazie al massiccio sostegno dalla sua patria, ha superato diversi televoti, ma, a mio parere, non è meritevole della vittoria e del premio di 100.000 euro. A mio giudizio, i veri vincitori morali di questa edizione sonnolenta sarebbero Tommaso Zorzi, Stefania Orlando e l’ingiustificatamente criticata Maria Teresa Ruta; una presenza così vivace che, se non esistesse, andrebbe inventata.