L'IRRIVERENTERUBRICHETELEVISIONE

Perché Sanremo è Sanremo, ma la prossima volta un po’ meglio, grazie!

Greta Garbo, tra le più celebri attrici che hanno segnato la Storia del nostro amato cinema, in occasione della vigilia della 72esima edizione del Festival della Canzone Italiana, in una di quelle nostre conversazioni forse mai avvenute, mi ha ricordato, dall’alto della sua Divina Misericordia, che l’unico dovere di un artista verso il suo pubblico è quello di rendere ad esso una buona performance. In fondo, tutto il resto, esula dal personaggio. Un artista, di quelli o quelle capaci di essere definito tale, in ogni occasione che lo richiede, ha l’obbligo di presentarsi al massimo della forma, di rendere agli spettatori l’immagine migliore che possa offrire di se stesso. Null’altro. Tutto ciò che c’è intorno non riguarda chi sta a guardare, sia che si tratti di fruitori di qualsivoglia specie o genere oppure no.

Non so a cosa abbiate assistito voi, alcune volte, leggendo i commenti sul web, ho come l’impressione di vivere sul pianeta Nibiru, ma all’Ariston quest’anno, per quel che mi riguarda, al massimo della propria forma psicofisica nemmeno i cameramen ci sono stati, uno si è persino scapicollato a terra durante l’esibizione di Cesare Cremonini!!! Certo, Amadeus si è confermato il miglior presentatore degli ultimi 5 anni, in fondo dopo il soporifero Claudio Baglioni chiunque avrebbe potuto prendere il timone della kermesse più famosa d’Italia. Mahmood e Blanco hanno conquistato e meritato il podio fin dalla prima serata. Elisa, nonostante sia apparsa quasi sempre in bianco, nemmeno fosse Sarah Bernhardt in persona, è riuscita ad incantare tutti con la sua ugola d’oro. Gianni Morandi ha portato un po’ di ventata d’aria fresca e un’ondata di energia in quel teatro, strano a dirsi, grazie al pezzo scritto per lui da Lorenzo Jovanotti. Iva Zanicchi ha dato a molti dei giovani artisti in gara una dimostrazione di cosa significhi realmente “essere” in un mondo fatto di apparenze e talenti immaginari. Massimo Ranieri, sebbene non abbia costantemente brillato, è riuscito a riportarci indietro nel tempo, all’epoca della buona vecchia musica. Emma, al solito, non si è smentita neanche in quest’occasione, sventolando alta la bandiera dell’orgoglio femminile. E per concludere, Ditonellapiaga e Donatella Rettore, anche se Ditonellapresa, viste le acconciature di quest’ultima sarebbe stato sicuramente più azzeccato, ci hanno fornito una chiara prova di come passato e presente possano tranquillamente incontrarsi.  E che dire degli altri cantanti, bisogna proprio parlarne? Achille Lauro, per carità, sarà senza ombra di dubbio uno tra i più grandi performer nostrani del momento, ma in confronto canto meglio io sotto la doccia. E poi, ci si può presentare allo show d’apertura di Sanremo senza maglietta, quasi stesse comodamente nel salotto di casa sua? Per non parlare di quel gesto disgustosamente trash di sbottonarsi i pantaloni e toccarsi le parti intime. E qualcuno ha avuto addirittura il coraggio di farlo arrivare 14esimo, quando in realtà avrebbero dovuto non classificarlo proprio! E diversamente non potrei affermare per quell’artista dall’appellativo impronunciabile, che solo a sentirlo mi viene l’orticaria. Rkomi, così mi pare si chiami, ha cantato il brano Insuperabile, insomma, un po’ come la distanza che lo separa dai suoi colleghi in gara, negativamente parlando, s’intende! Sui rimanenti, infine, preferisco non pronunciarmi, soprattutto perché non è tra i miei passatempi preferiti sparare sulla croce rossa!

E sempre ritornando a quello che mi ha aveva detto la Garbo, sarà per questo motivo che in fin dei conti, al di là di un’acclarata o di una presunta artisticità, l’unica prima donna che ho veramente apprezzato al fianco del direttore artistico è stata Sabrina Ferilli. L’intelligente ironia che ha mostrato nel fare il suo monologo ha rimesso più o meno ciascuno dei presenti (e non) al suo posto. Anche perché, tutto sommato, un’artista (uno che tale si possa definire), per citare Pablo Picasso, non è che un ricettacolo di emozioni provenienti da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno.

Insomma, Sanremo è Sanremo, ma la prossima volta un po’ meglio, grazie!  

Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie.Nel 2016 partecipa con Tina Cipollari alla V edizione del reality show Pechino Express in onda su Rai2 formando la coppia degli Spostati. Dopo Furore (tornato in onda in prima serata su RAI2 nel marzo 2017) 
è tra gli ospiti del nuovo esperimento sociale in onda su Rai4 Social House. Attualmente è impegnato in una missione segretissima a favore della pace nel mondo. Web: www.simonedimatteo.com