“Blu come la notte” di Simone Van Der Vlugt | RECENSIONE
La rassegnazione fiacca l’animo e ammazza i sogni. I temperamenti ambiziosi la combattono con vigore. Vincere lo stato soporoso porta a pompare adrenalina in corpo, prendono forma così le stelle attraverso il luccichio delle idee da acchiappare con le mani per vestirsi di vita. Chi ci riesce ha una grande dote, quella di dare colore tra il nero ed il grigio che verniciano il tempo. Quando non si ha niente non si ha nulla da perdere, quindi tanto vale provare a riscattare se stessi, a cambiare la propria esistenza, seguendo la linea di ciò che si vuole veramente. Gli sbagli sono esperienze da non ripetere, un monito per avere chiaro il da farsi. Un obiettivo bisogna averlo nella vita, i pensieri funzionano meglio se si ha una meta. Certo, tra il dire e il fare ce ne passa, l’ida è una cosa ed i fatti sono un’altra. Combinarli insieme senza volontà e determinazione non serve a molto. Indirizzarsi sulla via delle conquiste personali è un punto di partenza, riuscire nell’intento richiede grande impegno. Le difficoltà, i problemi, sono dietro l’angolo e la forza potrebbe venire meno quando i propri sogni prendono, in apparenza, distanze irraggiungibili.
In Blu come la notte di Simone Van Der Vlugt vivi le peripezie di una donna, Catrijn, che ritrovatasi vedova di un uomo alcolizzato e violento, comprende che deve rischiare. Tenta di realizzare il suo sogno, diventare decoratrice di ceramiche e vivere in città. Siamo in Olanda nel diciaessettesimo secolo. Molte cose cambiano e bisogna essere pronti con idee chiare per salvarsi, la situazione poi è ancora più difficile con l’arrivo della peste. Catrijn ha un segreto che si porterà nella grande Amsterdam cercando fortuna e anche l’amore.
Magnifico il romanzo, è scritto bene e lo stile non risente di nessuna sbavatura. Il racconto procede esattamente come il lettore si aspetta, è come se il libro fosse già segnato dalle primissime battute. Questo però non toglie la bellezza di una storia che vale la pena leggere.